In un 2020 irrimediabilmente segnato dal Covid-19 anche per quanto riguarda il settore musicale – dischi, concerti e manifestazioni d’ogni genere – non è facile stilare un bilancio e tantomeno delle classifiche sui migliori dischi ascoltati sulle frequenze di “Radio Flâneur”. Eppure, facendo scorrere album e artisti, di buona musica ne è uscita ugualmente e molta pure di elevata qualità. Tanto per citare due o tre titoli al volo, sono state imprescindibili le uscite discografiche di Bruce Springsteen (Letter to you), Pearl Jam (Gigaton), Roger Waters (Us+Them), Bob Dylan (Rough and rowdy ways) e Bon Jovi (2020), così come in campo italiano si sono fatti notare artisti come Brunori SAS (Cip!), i Luf (Pihinì. Tornando al monte), Edoardo Bennato (Non c’è) e gli Zen Circus (L’ultima casa accogliente).
Fra le star internazionali hanno spiccato e brillato di luce propria molti dei nomi storici del rock mondiale: Bruce Springsteen con Letter to you ha firmato il ritorno in grande stile con la sua amata E Street Band, mentre l’ottimo 2020 ha sancito un rinnovato impegno da parte dei Bon Jovi, così come quello dei Pearl Jam che con l’attesissimo Gigaton non hanno deluso le aspettative dei tanti fans che attendevano da ben sette anni il ritorno in studio di Vedder e compagni. Lo stesso Eddie Vedder, nel giorno di Natale, si è reso protagonista di un piccolo ma piacevolissimo EP intitolato Matter of time, disponibile solo sulle piattaforme online e costituito da due inediti (Matter of time e Say Hi), tre versioni acustiche dei Pearl Jam registrate in streaming (Future days, Just breathe, Porch) e una cover di Springsteen (Growin’ up): preludio a un nuovo lavoro in studio? Chissà, sognare non costa niente! Sempre in forma di EP, nelle settimane prima del voto negli Stati Uniti l’inossidabile Neil Young ha pubblicato The Times, con sette rivisitazioni in chiave acustica di alcuni dei suoi brani, da Ohio ad Alabama, fino alla più recente Looking for a leader. Dall’Australia invece son tornate a urlare in tutta la loro potenza le chitarre di Angus Young e dei suoi AC/DC, che con Power up! hanno confermato di essere inimitabili (pur restando sempre uguali a sé stessi) nel loro genere musicale. Degni di nota anche Whoosh dei Deep Purple e il ritorno dell’ex Beatle Paul McCartney con McCartney III, mentre uno dei vertici assoluti di questo 2020 spetta senza dubbio a un mito assoluto al quale molti degli artisti sopracitati devono più di qualcosa: si tratta dell’eterno Bob Dylan, che con Rough and rowdy ways ha messo d’accordo fans e critica di tutto il mondo, firmando un disco che solo lui poteva scrivere (memorabili i singoli I contain multitudes, False prophet, l’infinita Murder most foul e la splendida Key West).
Numerose come ogni anno son state anche le pubblicazioni di album dal vivo, raccolte e deluxe edition di dischi già editi: fra queste non possiamo tralasciare il capolavoro Us+Them dell’ex Pink Floyd Roger Waters, la ristampa con ben dieci inediti dello splendido Wildflowers di Tom Petty (intitolato Wildflowers & All the rest), la mitica esibizione acustica agli MTV Unplugged dei Pearl Jam, l’immancabile raccolta dedicata agli ottant’anni che avrebbe compiuto John Lennon (Gimme some truth), la rivisitazione in chiave familiare per John Fogerty di una manciata di classici dei Creedence (Fogerty’s Factory) e la deluxe edition degli U2 dedicata al loro ormai storico All that you can’t leave behind (oltre all’album del 2000 rimasterizzato, il cofanetto comprende il live registrato a Boston nel 2001, una manciata di inediti e b-sides del periodo e alcuni remix dei singoli più rappresentativi del disco di Bono e soci).
Anche sul versante di casa nostra non sono mancati alcuni grandi album che hanno allietato le giornate di questo 2020 pandemico: i Luf hanno cantato la magia della montagna nel nuovo e stupendo Pihinì. Tornando al monte, Brunori SAS ha aperto il nuovo anno con Cip!, album di inediti trainato dal singolo Al di là dell’amore e vincitore del Premio Tenco, mentre gli Zen Circus hanno approfittato dei mesi di lockdown per scrivere e registrare le nuove canzoni che compongono L’ultima casa accogliente (Non, Catrame, Come se provassi amore e la title-track suonano già come future hit della band toscana). Edoardo Bennato è tornato sul mercato con Non c’è, nuovo lavoro composto da otto inediti e dodici rivisitazioni di classici intramontabili (ma purtroppo sempre attuali) del suo repertorio, mentre Piero Pelù, dopo la partecipazione a Sanremo con Gigante, ha pubblicato dieci tracce inedite raccolte nel discreto Pugili fragili.
Di gran classe i ritorni sulle scene per Samuele Bersani e Fiorella Mannoia, rispettivamente con Cinema Samuele e Padroni di niente. Particolarmente riusciti anche i progetti di Lorenzo Monguzzi e Graziano Romani: l’ex voce dei Mercanti di Liquore ha dato alle stampe Zyngher, una manciata di inediti e classici internazionali che l’hanno influenzato riveduti e tradotti per l’occasione in dialetto brianzolo, mentre il rocker emiliano già leader dei Rocking Chairs, con il disco Augusto. Omaggio alla voce dei Nomadi, si è cimentato nella rilettura di alcuni tra i brani più belli ma non per forza famosi della band di Novellara.
Tra i cofanetti e le deluxe edition italiane, vanno segnalate la ristampa da parte di Zucchero del suo ultimo lavoro D.O.C. a cui si sono aggiunti sei inediti (fra cui September in duetto con Sting), la versione rimasterizzata in occasione del 25° di Manicomi – il primo e ormai introvabile lavoro di Davide Van de Sfroos, che all’epoca si faceva chiamare soltanto De Sfroos – e quella per lo stesso anniversario di 2020 SpeedBall dei Timoria (disco rimasterizzato più 11 brani live registrati durante il tour del 1995), ma soprattutto l’operazione promossa da Ligabue per festeggiare i suoi primi 30 anni di carriera: il box celebrativo 77+7 raccoglie tutti i singoli pubblicati dal Liga dal 1990 fino ad oggi, oltre a 7 inediti rimasti nei cassetti e risistemati per l’occasione (tra questi La ragazza dei tuoi sogni e il duetto con Elisa in Volente o nolente, oltre alle ottime Essere umano, Un minuto fa, Mi ci pulisco il cuore, Si dice che e Oggi ho perso le chiavi di casa). Il 2020 ha visto inoltre la conclusione del progetto Note di viaggio, ideato da Mauro Pagani per celebrare le canzoni di Francesco Guccini attraverso due volumi (Note di viaggio – Capitolo 1. Venite avanti del 2019 e Note di viaggio – Capitolo 2. Non vi succederà niente del 2020), nei quali artisti più o meno noti della scena italiana (Ligabue, Vecchioni, Zucchero, Nannini, Brunori, Carboni, Bersani, Carmen Consoli, Manuel Agnelli, Ermal Meta e altri) reinterpretano a modo loro alcuni brani del Maestrone; come ciliegina sulla torta di queste due compilation, un inedito cantato dallo stesso Guccini (Natale a Pavana) e l’ultimissimo brano scritto dal cantautore emiliano (Migranti) inciso finalmente dai suoi Musici.
In chiusura, per finire con un disco che suo malgrado farà da ponte fra l’anno che stiamo per finire e quello che verrà, un discorso a parte lo meritano i Gang, ovvero la banda dei fratelli Marino e Sandro Severini: forte di una fortunatissima campagna di crowdfunding, il gruppo marchigiano aveva annunciato già per la fine del 2020 l’uscita del nuovo disco d’inediti intitolato Ritorno al fuoco, inviandone una copia digitale a tutti i numerosi co-produttori; purtroppo i ritardi nelle spedizioni dovuti all’emergenza sanitaria hanno fatto slittare di un mesetto la consegna e la pubblicazione fisica del disco, che arriverà quindi con l’anno nuovo, ma che per quanto abbiamo già potuto sentire, si preannuncia come uno dei lavori più interessanti e promettenti del 2021 in arrivo. Ovviamente non vi sveliamo niente, ma avremo tempo e modo per parlarne diffusamente più avanti, non appena Ritorno al fuoco sarà disponibile fisicamente nei negozi; nel frattempo facciamo nostro un verso di Walk on degli U2 che ben sintetizza lo spirito con cui ci lasciamo alle spalle quest’anno complicato, nella speranza che il prossimo sia per quanto possibile un po’ meno turbolento e con più musica dal vivo: “The only baggage you can bring is all that you can’t leave behind…”.
Buon Anno Nuovo e Buona Musica a tutti!
Matteo Manente