Come può fare una band a onorare e mantenere viva la memoria del proprio frontman e leader carismatico, quando quest’ultimo è scomparso prematuramente per una brutta malattia? Come per i Nomadi del dopo Augusto Daolio, anche per la Bandabardò la risposta è stata una sola, e solo in apparenza quella più semplice o scontata: continuare a suonare e proporre la propria musica, portando così sempre con sé il ricordo del grande Erriquez ogni volta che si sale su un palco per un concerto. Per farlo, stavolta la band toscana ha chiesto manforte a un amico di lunga data, uno di quelli che ci son sempre stati fin dal primo disco di oltre venticinque anni fa: Cisco Bellotti, che coi Modena City Ramblers prima e da solista poi ha incrociato più volte la propria strada artistica con quella di Erriquez, Finaz e soci: già nel 1996 Cisco compariva come ospite della Bandabardò nel loro disco d’esordio Il circo mangione; nel 2005 la Banda ha restituito il favore ai Modena nel loro Appunti partigiani, mentre negli anni seguenti Cisco, i MCR e il gruppo di Erriquez si sono trovati più volte sullo stesso palco a condividere canzoni come Una perfecta excusa o Manifesto.
Questa nuova collaborazione, nata in prima battuta per dar vita a un tour che girasse l’Italia nei mesi estivi, si è poi evoluta quasi naturalmente anche in un disco di inediti intitolato Non fa paura, pubblicato a metà maggio e anticipato dalla partecipazione della Bandabardò con Cisco al Concertone del Primo Maggio. Il nuovo album contiene dieci tracce, sette inedite (Come accendini accesi, In Patagonia, Gilles, Un maglione di lana irlandese, Pioggia e sole, Sono un eroe e Non fa paura), una cover (Una gita sul Po) e due rivisitazioni dal repertorio di ciascun artista (Onda grande per Cisco e Manifesto per la Bandabardò). Lo stile della Bandabardò è inconfondibile, così come la voce di Cisco, che cantando alla sua maniera non solo non intende prendere il posto di Erriquez, ma evita alla grande ogni inutile paragone con il compianto vocalist toscano, interpretando in pieno il senso e il sentimento di omaggio e di ricordo dell’amico scomparso che sta alla base di tutto questo nuovo progetto discografico.
L’attacco con Come accendini accesi manda subito vibrazioni positive, con un sound fresco e una canzone davvero ben scritta sul potere della musica, sulla passione che muove ancora i musicisti e, più in generale, sulla voglia di andare avanti sulla propria strada: “Perché l’amore è ancora un bel concetto, come gli accendini accesi ad un concerto, che sotto il cielo aperto sembra il firmamento, l’unica cosa al mondo che ferma il tempo…”. Ritmi più sostenuti e un ritornello killer sono alla base di In Patagonia, senza dubbio uno dei pezzi migliori del disco, che affronta il tema della ricerca di una pace e di una tranquillità lontano dal caos quotidiano: “Ora lasciatemi in pace e partire, dove il mondo sta per svanire, cercami invano dove il mare non s’annoia, tra gli sbuffi di balene in Patagonia… Cercami ancora nel suono di un vinile, dove il tempo si ferma e va a morire, dimenticando caos e Babilonia, tra le nebbie di un sigaro giù in Patagonia…”. A livelli altissimi viaggia pure Sono un eroe, che racconta con l’arma dell’ironia tipica della Banda le vite di tutti coloro che giudicano il mondo e le persone restando comodamente seduti sul divano di casa: “Mia nonna era mondina, mio nonno partigiano, il mio atto d’eroismo è star seduto sopra a un divano… Sono un eroe, sono un eroe, l’eroe con la bottiglia e le salsicce sulla griglia…”. Pioggia e sole è invece un tributo di Cisco al “suo” Bologna e più in generale una canzone sul tifo calcistico che diverte e commuove, quello puro che è mosso dalla passione e che spesso si tramanda di padre in figlio: “Prendi un uomo con gli occhi color del cielo e che di pietra rende i miei con uno sguardo, mi mettesti quella sciarpa intorno al collo che sventolavo come fosse uno stendardo, non sapevo dove mi volesse portare, a me bastava una radio ed il cortile, chissà come si impara a fare il padre e che paura quando la curva iniziò a ruggire… Ma ho preso pioggia e sole come un fiore, saltando fino a scorticar le suole, ho perso la mia voce con altre gole e c’è chi dice che questo non è amore…”. Proseguendo con le canzoni relative al mondo dello sport, ecco Gilles, nuovo ritratto di un eroe sportivo – ovviamente si sta parlando del leggendario Gilles Villeneuve – che ha lasciato il segno non solo fra i tanti appassionati di motori e Formula 1: “Tra Imola e Maranello mi credevano francese e invece sono nato qui su una slitta canadese, datemi un motore, lo guiderò dove mi va, allacciate le cinture, poi il resto si vedrà… Giù la visiera che incomincia lo show, ve lo prometto non vi addormenterò, salite a bordo che vi farò volare, io sono Gilles, ma mi chiamano aviatore…”. A metà strada tra Dublino e Firenze, Un maglione di lana irlandese racconta la storia di un amore ormai terminato, di cui rimangono solo alcuni ricordi e una nebbiosa malinconia di fondo: “Qui l’inverno in questa parte di mondo è troppo freddo, lo dovresti sapere, sento il tuo odore mentre sprofondo in questo caldo maglione irlandese…”. Perfetta per i concerti tutti da cantare e ballare in tipico stile Bandabardò risulta Una gita sul Po, canzone scritta negli anni ‘80 dal cantante e avvocato Gerardo Carmine Gargiulo, qui reinterpretata in maniera allegra e festosa da Cisco insieme alla Banda: il coretto “Po-Po-Po-Po” farà faville durante i concerti, possiamo metterci una mano sul fuoco! Completano il quadro dei brani presenti nel nuovo album Onda granda di Cisco e Manifesto della Bandabardò, riproposta per l’occasione in una versione acustica e minimale che commuove specialmente se si pensa a Erriquez: “Sono fuori dal coro, nettamente diverso, le mode se ne vanno, io resto e manifesto…”. Il gran finale è affidato alla title-track Non fa paura, che chiude le danze raccontando i timori di un tempo presente difficile da decifrare fra pandemia e altri problemi; la soluzione, come sempre, è stare uniti alle persone a cui vogliamo bene, per incoraggiarsi a vicenda e superare così tutte le difficoltà: “Mondo strano, spaventato, mondo piccolo e spietato, mondo che ogni giorno è più malato, non fa paura se sei qui con me… Canta a squarciagola alla finestra che il dolore piano svanirà, torneremo presto sulla strada, tutto il mondo intero ci vedrà…”.
Nessuno sostituisce nessuno, ovviamente Cisco e la Bandabardò lo sanno benissimo, ma Non fa paura conferma ancora una volta che solo unendo le forze in nome di una vera e sincera amicizia che trascende le pur evidenti affinità artistiche è possibile onorare al meglio una figura importante e fondamentale nel mondo del folk e della canzone d’autore come è stata quella di Enrico “Erriquez” Greppi: gli eroi non se ne vanno, Erriquez resterà per sempre nella sua musica e in quella dei suoi compagni di palco che per l’occasione manifestano insieme a Cisco tutto l’amore e la riconoscenza possibile per il loro amico scomparso davvero troppo presto!
Matteo Manente