L’isola Comacina, famosissima; ma anche un borgo di pescatori come Brienno ed edifici storico-artistici da visitare lungo la costa occidentale del Lario. Continua il nostro appuntamento con le piccole gite giornaliere: una rubrica pensata per suggerire ai nostri lettori alcune località poco distanti da noi, perfette da visitare in un’estate che, con molta probabilità, in parte limiterà i nostri spostamenti. Piccoli flash, come detto, per scoprire – o riscoprire – un po’ del territorio che ci circonda. Nella selezione di oggi due suggerimenti diversi: uno alla scoperta di Ossuccio e della vicina Isola Comacina, l’altro alla volta di Moltrasio e Brienno.
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Ossuccio e Isola Comacina
Da non perdere e a soli pochi minuti d’auto a sud di Tremezzo e della diramazione del Lario, Ossuccio e l’Isola Comacina sono una piacevolissima destinazione per una gita giornaliera sul nostro lago. Da una parte, lungo la costa, c’è Ossuccio, fino al 2014 comune lariano e ora parte del più grande comune di Tremezzina. Con la sua celebre cella campanaria della chiesa di Santa Maria Maddalena che lo annuncia a dovere, questo borgo è perfetto per coniugare bellezza paesaggistica ed edifici di interesse storico-artistico, dalla romanica e affascinante Chiesa di San Giacomo al Santuario della Madonna del Soccorso e il Sacro Monte (oggi Patrimonio dell’Unesco).
Sulla costa di fronte, rigogliosa e come addormentata nel mezzo del golfo “Zoca de l’Oli”, l’Isola Comacina, un tempo luogo importante e strategico (alleata di Milano contro Como e distrutta dai comaschi nel 1169) e oggi tranquillo isolotto in cui muoversi tra cinque diversi percorsi tematici, alla scoperta di resti di antichi edifici di culto, boschi e, dall’esterno, delle case realizzate a fine anni Trenta dall’architetto razionalista Pietro Lingeri, intenzionato a rendere l’isola una colonia per artisti. Collegamento tra le sponde, un breve e piacevole percorso in taxi-boat.
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Moltrasio e Brienno
Dieci minuti scarsi di auto dividono questi due paesi lariani, diversi tra loro e perfetti per un percorso senza meta precisa, per perdersi tra vicoli e mulattiere. Moltrasio, innanzitutto, si compone di più frazioni che dal lungolago si inerpicano sulla montagna: livelli diversi per un paese che nella parte alta serba piazzette raccolte, continui saliscendi, una ripida cascata e qualche baretto tranquillo, mentre a livello del lago si fa più chic, con una sfilata di ville e alberghi d’altri tempi, in passato luoghi di soggiorno anche per il compositore Vincenzo Bellini. Da scovare anche un piccolo, quasi nascosto, gioiello romanico: la chiesetta di Santa Agata, da visitare in occasione delle funzioni ma bellissima anche dall’esterno, con le sue mura in pietra.
E poi, come detto, Brienno, dove il tempo sembra essersi fermato: case direttamente affacciate sul lago, edifici vicinissimi, bassi portici bui che corrono tra le case e, infine, si tuffano in acqua. Un paese che ha in sé il fascino di un vecchio borgo di pescatori e in cui lasciarsi guidare dal passo, dalla casualità, dal labirinto di vicoli e dalla luce del lago in fondo alle gallerie.
Foto @ Il Flâneur