MERATE – Una lezione sulla Colonna infame, una visita guidata al Collegio Manzoni e uno spettacolo sulla Monaca di Monza. Prosegue il calendario del Maggio Manzoniano Merate, il progetto culturale dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Merate, realizzato con la Biblioteca Civica “Alessandro Manzoni” e in sinergia con una serie di soggetti territoriali e pensato per sottolineare il legame tra lo scrittore milanese e la città di Merate. Dopo l’inaugurazione dello scorso venerdì 5 maggio e l’apertura della mostra fotografica In cammino con Don Lisander, continuano gli eventi della kermesse, a partire dalla lezione che venerdì 12 maggio, dalle 14.30 nell’Auditorium comunale di Merate, avrà come oggetto di discussione proprio il saggio storico Storia della colonna infame, scritto da Manzoni per raccontare il processo contro due untori in una Milano sconvolta dalla peste. L’incontro, che è anche l’ultimo appuntamento della stagione con MerAteneo, avrà come relatrice la professoressa Claudia Crevenna, la quale illustrerà ai presenti l’idea da cui è nata la Colonna infame, facendone una ricostruzione storico-letteraria.
Poi, sabato 13 maggio alle 9.30, una nuova visita guidata al Collegio oggi intitolato a Manzoni: un istituto in cui lo stesso scrittore ha trascorso i primi anni della sua formazione. A condurre i visitatori alla scoperta dei luoghi più significativi del Collegio e della sua evoluzione architettonica sarà la docente e saggista Manuela Beretta, aiutata dagli studenti dell’Istituto Comprensivo di Merate.
A chiudere la giornata di sabato sarà, infine, lo spettacolo della compagnia La Sarabanda, come anticipato dedicato alla figura della Monaca di Monza. Un appuntamento fissato per le 21, all’interno dell’Auditorium di Merate (ingresso gratuito), e che ripercorrerà la vicenda di Gertrude, ispirata a quanto realmente avvenuto a Marianna de Leyva. La monaca di Monza «prende il via – spiegano dalla compagnia teatrale di Olgiate Molgora – dal personaggio Manzoniano e dalla sua profondità psicologica, ma trae poi sviluppo dagli atti processuali della vicenda che sconvolse l’ambiente ecclesiastico Milanese nei primi anni del 600. Costellata di tanti riferimenti ai luoghi del territorio Lombardo, i cui nomi si riconoscono lungo tutto il testo, è una storia radicata nel nostro immaginario, una storia terribile e struggente, ma che, proprio per questo essere al limite, non smette di sedurci. Lo spettacolo – concludono – vuole essere un omaggio al più grande classico della letteratura Italiana e al suo autore, ma contemporaneamente nasce dal desiderio di raccontare una vicenda umana, la storia di una donna che quattro secoli fa sfidò le regole e ne pagò le conseguenze».