LECCO – Piangere si può anche fare da soli, ma ridere bisogna farlo in due. La frase che racchiude il senso di “una giornata particolare” vissuta da Gabriele, ex annunciatore radiofonico, e Antonietta, madre e casalinga infaticabile. Gabriele in quella battuta esprime il suo tormento e il suo desiderio di ridere, il bisogno di ridere insieme a qualcuno, perché certe giornate sono troppo particolari per essere vissute da soli.
Uno degli esempi migliori del cinema documentario, civile e passionale di Ettore Scola, straordinario cantore di una pellicola simbolo di un’epoca dilaniata dal regime fascista. Il film di Scola rivive in questi mesi sul palcoscenico, grazie all’omonimo spettacolo adattato da Gigliola Fantoni, diretto da Nora Venturini e caricato sulle spalle di due attori di ottimo spessore come Giulio Scarpati nel ruolo che fu del Marcello per antonomasia della recitazione (Mastroianni) e Valeria Solarino, ereditaria da Sophia Loren di un personaggio complesso come quello di Antonietta, in questa trasposizione casalinga dedita sempre alla famiglia ma di origine siciliana, e non napoletana (scelta intelligente, viste le origini in parte sicule dell’attrice).
In occasione della rassegna Teatro d’Autore, l’11 marzo Una giornata particolare è andato in scena al Teatro della Società di Lecco davanti a un pubblico che ha dimostrato di apprezzare la verve e la bravura di un cast ben assortito, anche nei ruoli meno centrali rispetto all’evoluzione di una trama che si concentra essenzialmente sul rapporto tra Gabriele e Antonietta. Lui un uomo privato del suo impiego all’EIAR e profondamente scosso a causa della sua osteggiata identità e del suo acume politico, che lo rendono ostile agli occhi della società. Lei asservita ai figli e al marito, dedita al Duce. L’incontro con Antonietta è tenero, istintivo, a tratti surreale, e mette a confronto due persone apparentemente agli antipodi, in realtà entrambe bisognose di un affetto sincero e incondizionato, di un’accettazione che non passi da una ghettizzazione politica o sociale, ma che si possa esprimere attraverso un contatto fisico, un ascolto vero, un passo di ballo o una risata imprevedibile.
Gabriele e Antonietta si scontrano e s’incontrano a Roma il 6 giugno 1938, giorno in cui nella Capitale è atteso Adolf Hitler. Mentre l’intera città si dirige ai Fori Imperiali per assistere e partecipare attivamente alla cerimonia, Gabriele e Antonietta, come due estranei in un mondo dove il conformismo è imposto da una cultura socio-politica oppressiva e violenta, si ritagliano una giornata particolare, piena di riso amaro e differenze ideologiche che sfociano in un’intimità commovente, cadenzata da ricordi, rimpianti, amori, che si apre con un pappagallino e si chiude sulle pagine di un classico di Dumas.
Grazie a una messinscena intelligente e suggestiva, al netto di un incipit abbastanza farraginoso Una giornata particolare riesce nel difficilissimo compito di trasmettere allo spettatore la dolcezza tormentata di un rapporto umano a tratti esuberante e a tratti delicato e in fin dei conti raro, perché sotto la scorza assolutamente privo di pregiudizi, capace di scavalcare ogni preconcetto.
Efficace l’interpretazione di Giulio Scarpati, bravo nel proporre una sua versione del personaggio di Gabriele senza scadere in escamotage retorici e senza risultare eccessivo, ma è la performance di una superba Valeria Solarino a lasciare il segno e a trasmettere tutte le sensazioni e le emozioni di una donna dall’animo semplice e popolare, relegata a mero ingranaggio quotidiano in ambito familiare ma dal cui animo spicca l’istinto della conoscenza, dell’amore, della vita. E di una semplice risata avvolta in un lenzuolo nel mezzo di una sola giornata particolare.
Davide Sica