Lo Spazio Teatro Invito e lo stato della cultura a Lecco.
Intervista all’attore e regista Luca Radaelli

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LECCO – È passato più di un anno dall’apertura dello Spazio Teatro Invito e la nuova sala lecchese ha subito portato una novità all’interno dell’offerta culturale della città, con spettacoli teatrali, musica, cinema e conferenze. Il nuovo spazio ha rappresentato l’opportunità per Teatro invito di avere finalmente una sede fisica a Lecco. Con Luca Radaelli, attore, regista e direttore artistico della compagnia lecchese, proviamo a fare un bilancio di questo inizio di avventura.

spazio teatro invito 1Come giudica l’apertura della nuova sala dopo poco più di un anno?

Devo dire che i risultati sono buoni ma non ancora ottimi. Eravamo, come Teatro Invito, assenti dalla città da molto tempo e Lecco non è certo una città semplice se lavori in ambito artistico e culturale, come dimostrano gli ultimi dati pubblicati dal Sole 24 Ore. Il nostro obiettivo è fare dello spazio un punto di riferimento per Lecco, un luogo vivo dove assistere a diversi tipi di spettacoli, a conferenze, a proiezioni cinematografiche e a molto altro. Un luogo aperto a diversi stimoli culturali, insomma. E il progetto SCultura, partito quest’anno e che ha coinvolto diverse realtà del territorio, va proprio in questa direzione. Certamente a livello di presenze dobbiamo crescere e farci conoscere di più, perché iniziative di qualità ne stiamo proponendo.

Un progetto ambizioso e stimolante, soprattutto in una città praticamente priva di cinema e ora senza Teatro della Società…

Certo non possiamo sostituirci al Teatro della Società, per dimensioni e per ruolo sociale e culturale. Però in ogni città accanto al teatro ottocentesco ci sono anche altri spazi dove fare e proporre cose diverse, anche più piccole ma interessanti, fresche e innovative. Ecco, noi vogliamo essere questo, ci stiamo provando e speriamo di diventarlo, cercando di coinvolgere forze più giovani, magari partendo anche dalle scuole: il rapporto con gli istituti cittadini deve infatti potenziarsi, perché con gli anni si è un po’ perso.

Qual è secondo lei lo stato della cultura a Lecco? Come si può fare un passo in avanti da questo punto di vista?

È difficile rispondere, perché alcune cose sembrano essere migliorate e hanno un consistente riscontro anche di pubblico, mentre altre attività proposte, pur di alto livello, non vengono seguite. Un esempio in senso positivo sono le attività dedicate all’Ottobre Manzoniano, che stanno vedendo negli ultimi anni una forte partecipazione. In ogni caso quello che non funziona è il fatto che l’offerta culturale lecchese non sia ancora stata elevata a sistema: ci si muove in maniera troppo separata, non c’è una visione comune e talvolta manca un collegamento tra pubblico e privato, soprattutto se paragoniamo Lecco con altre città come Bergamo o Brescia. È infatti raro che si concordino i calendari delle iniziative in programma: per fare un esempio, un paio di anni fa siamo riusciti in una domenica a proporre in contemporanea ben tre distinte iniziative dedicate alle famiglie.

Venendo invece alla stagione teatrale di Spazio Teatro Invito. Dopo “Kohlhaas” di Baliani appena andato in scena, quali sono gli appuntamenti da non perdere?

Direi che tutto quello che abbiamo in cartellone è meritevole di attenzione, ma se devo proprio fare qualche nome l’evento di punta è lo spettacolo L’azione perfetta di Giuliano Scabia. Stiamo parlando di un grande poeta, drammaturgo e scrittore, ma allo stesso tempo carismatico uomo di scena, questo nonostante i suoi 82 anni. Un’occasione unica, quindi, per vedere una delle ultime esibizioni di un grande della scena culturale italiana. Poi si possono citare anche Daniele Timpano, uno degli attori quarantenni più importanti in Italia, che porterà in scena il suo apprezzato spettacolo Aldo Morto, il vocal performer Boris Salvoldelli, una delle eccellenze del panorama musicale jazz e sperimentale italiano con Jimi Hendrix Project e Roberto Anglisani con il suo Giobbe (qui la nostra recensione dello spettacolo), vincitore del premio Teatri del Sacro 2017. Anglisani sarà anche protagonista di un laboratorio di teatro di narrazione che si terrà nei giorni dello spettacolo.

cervantes-flamencoUn altro appuntamento da non perdere è il nuovo spettacolo che venerdì 15 dicembre la vedrà nuovamente sul palco con il noto chitarrista Livio Gianola, questa volta con un evento dedicato a Federico Garcia Lorca…

Questo spettacolo ha una genesi singolare: nasce  dalla richiesta di un insegnante, che dopo una replica dello spettacolo su Cervantes ci ha domandato di farne uno su Garcia Lorca. Io e Gianola ci siamo guardati e abbiamo subito risposto positivamente. Devo dire che ho sempre amato l’autore andaluso, tanto che la mia prima regia è stata proprio su un collage di opere di Garcia Lorca. Rispetto allo spettacolo su Cervantes, la chitarra di Gianola e la mia performance saranno molto più interrelate.

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L'autore di questo articolo

Daniele Frisco

È il flâneur numero uno, ideatore e cofondatore del giornale. Seduto ai tavolini di un qualche bar parigino, lo immaginiamo immerso nei suoi amati libri, che colleziona senza sosta e che non sa più dove mettere. Appassionato di Storia e, in particolare, di Storia culturale, è un inarrestabile studente (!): tutto è per lui materia da conoscere e approfondire. Laurea? Quale se non Storia del mondo contemporaneo?! Tesi? Un malloppo sul multiculturalismo di Sarajevo nella letteratura, che gli è valso la lode. Travolto da un vortice di lavori – giornalista, insegnante di Storia, consulente storico e istruttore del Basket Lecco – tra una corsa di qua e una di là ama perdersi nel folk-rock americano, nei film di Martin Scorsese e di Woody Allen, nella letteratura mitteleuropea e, da perfetto flâneur, nelle strade della cara e vecchia Europa. Per contattarlo: daniele.frisco@ilflaneur.com