SIRTORI – Prospero, la magia, il desiderio di riscatto. I naufraghi sull’isola, gli intrighi di potere. La temperanza, l’amore, il lieto fine. Tutt’intorno un parco dagli alberi secolari, una villa settecentesca di gran fascino, come dolcemente addormentata su un colle da cui ammirare la Brianza circostante. Il teatro si muove attraverso il parco e intorno alla villa: re, cospiratori, folletti appaiono e scompaiono tra gli alberi, scambiano sguardi con il pubblico, donano realtà alla finzione. L’ultima luna d’estate ha portato a Sirtori, nel parco e nei cortili della bella Villa Besana, uno spettacolo che, come vi abbiamo già raccontato, unisce tre compagnie del territorio come Teatro Invito, Campsirago Residenza e Piccoli Idilli.
La tempesta: ecco il testo shakespeariano scelto per questa nuova rappresentazione itinerante, una pièce che Luca Radaelli ha messo in scena con l’aiuto di Michele Losi e che a Sirtori ha il supporto di una location di quelle che rendono il tutto speciale. Una dimora storica privata, difficilmente visitabile e che ora, in occasione di questo appuntamento, apre le porte. Entriamo nel cortile della Villa, svoltiamo, raggiungiamo il suo grande parco: otto ettari su diversi livelli. Lì, tra gli alberi, prende forma il naufragio. C’è il vento, quello creato ad hoc dai percussionisti Tobia Galimberti e Chiara Codetta e quello vero, che poco dopo il tramonto inizia a soffiare tra i rami, muove le foglie, crea suggestioni. Il vento. La tempesta. Il naufragio. E poi via, ci si sposta tra i sentieri, si incontra Prospero, la sua magia, gli spiriti. Gli attori – Stefano Bresciani è Prospero, affiancato da Giusi Vassena, Matteo Binda, Francesca Cecala, Filippo Ughi, Paolo Grassi, Antonio Santoro, Giulia Marchesi e Giorgio Galimberti – si muovo a un passo dagli spettatori, i personaggi sono vicini, basterebbe tendere un braccio per toccarli. E in questa distanza inesistente il teatro sembra davvero realtà.
Mentre la luce va scemando il vento si alza ancora: ora siamo sul retro della villa, la vediamo, col suo colore rossastro un po’ attempato, alle nostre spalle la Brianza. Qualcuno dice: «sembra di essere in Toscana», e intanto, dinanzi a noi, gli intrighi prendono forma, tra chi vuole, ancora una volta, uccidere il re per avere il regno e chi prova a organizzare una cospirazione ai danni di Prospero. Le scene si susseguono, i personaggi si danno il cambio: c’è chi accompagna gli attori con il canto, chi confeziona suoni con percussioni e strumenti, chi rincorre un cucciolo di cane, scappato dalla villa e ora nel centro della scena.
E mentre gli imbrogli vengono smascherati e Prospero muove i fili sino all’epilogo, ecco che siamo nella bella corte all’ingresso della residenza. Il re torna re, l’amore trionfa, la riconciliazione è fatta, mentre a far da quinta è sempre il rossastro della villa, intervallato dall’azzurro delle persiane. Un colpo d’occhio che ha del romantico. Nostalgica, bellissima decadenza.
Valentina Sala