LECCO – Un racconto di Antonio Catalano, riletto dal narratore Antonello Lello Cassinotti, il Musico. Si intitola La leggenda del quarto Re Mago lo spettacolo che va in scena sabato 13 gennaio alle 20.45 allo Spazio Teatro Invito di Lecco. Parte della Stagione 2023/24 del teatro lecchese e prodotto da casa degli alfieri/ARTEPO, la rappresentazione è tratta, come anticipato, dall’opera del poeta Antonio Catalano e racconta la vicenda del Mago Artabàn, il quarto dei Re Magi che ha mancato l’appuntamento con gli altri a Betlemme.
Foto Domenico Semeraro
Quali le ragioni di questo fatto? Quali sono state le strade percorse? Che doni portava con sé? Queste le domande che trovano risposta in una pièce suddivisa in 8 capitoli incorniciati da 8 sonorità differenti, con le quali Cassinotti, attraverso l’uso di un campionatore, crea atmosfere e tappeti sonori su cui vengono fatte viaggiare le vicende di Artabàn.
Uno spettacolo, quello in scena allo Spazio Teatro Invito, sviluppato come un’antica veglia composta da parole, magie canti e lettere d’amore, trasportati dall’andamento dondolante di un cammello e aperti a incontri inaspettati e misteri.
«E ora attenti bene – richiama più volte il Narratore Incantatore – aprite tutti orecchie e cuore per ascoltare la storia del Mago Artabàn, perché scoprirete che il Quarto Re Mago, quello che si è perso la Stella e la strada, che si è impolverato e ha consumato i sandali, che ha speso la vita a cercare, a imparare… a vivere, insomma… assomiglia proprio tanto a ognuno di noi».
INFORMAZIONI – I biglietti costano 15 euro (12 euro il ridotto convenzioni e 9 euro il ridotto under 30), mentre gli abbonamenti 120 euro la stagione intera (100 euro ridotto convenzioni; 60 euro riduzione under 30), 50 euro per 4 spettacoli (40 euro ridotto convenzioni e 30 euro ridotto under 30).
Per contatti e prenotazioni: prenotazioni@teatroinvito.it; tel. 0341.1691394 (dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 13). Nei giorni di spettacolo il botteghino sarà aperto dalle 20 e la vendita online è su vivaticket.com.
Foto in apertura Domenico Semeraro
