LECCO – La memoria. Un esercizio indispensabile per non dimenticare ma anche e soprattutto un monito per il futuro, strumento che aiuta l’uomo, o almeno dovrebbe, a non commettere gli errori del passato. Il Giorno della Memoria nasce da questa convinzione, dall’idea che il genocidio di 6 milioni di ebrei durante la seconda guerra mondiale non debba riempire solo le pagine dei libri di storia, ma debba essere ben presente nella mente di ciascuno di noi, evento incredibilmente reale che non deve perdere, nel corso degli anni, sostanza, consistenza.
Se la memoria manca, l’evento si fa lontano, difficile da comprendere per le generazioni a venire, talvolta addirittura insistente. È da quest’idea che parte lo spettacolo L’olocausto dimenticato di e con Pino Petruzzelli, in programma per mercoledì 27 gennaio alle 21, presso il Teatro della Società di Lecco. Perché l’olocausto di cui parla l’attore e scrittore pugliese, da anni impegnato nel porre il teatro al servizio di importanti cause sociali, non sarà quello degli ebrei, bensì quello di un popolo il cui sterminio difficilmente viene ricordato: gli zingari.
Sono più di 500 mila, infatti, i rom e i sinti che hanno perso la vita nei campi di sterminio nazisti a causa della loro appartenenza etnica. Un genocidio, questo, di cui difficilmente si parla: una storia non ancora scritta e di cui, questa l’idea di Petruzzelli, è necessario prendere coscienza.
«Nei vari processi contro i nazisti responsabili di crimini contro l’umanità, primo fra tutti quello di Norimberga, mai nessuno – così si legge nella presentazione dello spettacolo – si preoccupò di sentire la testimonianza di uno zingaro. Al processo di Gerusalemme, nonostante Eichmann si fosse dimostrato consapevole delle pratiche di deportazione degli zingari, il capo d’imputazione che riguardava questo argomento venne annullato. Nessun responsabile fu chiamato a rendere conto dello sterminio degli zingari». Miscuglio pericoloso di razze deteriorate, come li definì il dottor Robert Ritter, direttore del Centro di Ricerche per l’Igiene e la Razza, o ancora biologicamente caratterizzati da un gene terribile, il wandertrieb, che spinge questo popolo al nomadismo: centinaia di migliaia di rom e sinti morirono nei lager, vittime che ancora faticano a essere ricordate. «Uno spettacolo carico di umanità e di amore per un’etnia che nel corso degli anni più che essere sconosciuta è stata misconosciuta».
Prodotto dal Centro Teatro Ipotesi in collaborazione con il Teatro Stabile di Genova, L’olocausto dimenticato va in scena al Teatro della Società per iniziativa, anche quest’anno, della Provincia e del Comune di Lecco, insieme nel promuovere un evento pensato proprio in occasione del Giorno della Memoria, ricorrenza internazionale fissata per il 27 gennaio.
L’ingresso è libero sino a esaurimento posti.