MERATE – «Noi ti uccidiamo, Mario». Protagonista del terzo appuntamento del Festival Nazionale di Teatro – Città di Merate, lo scorso sabato 9 novembre l’Associazione culturale Opera di Ostia Lido (Roma) ha portato sul palcoscenico il suo Amori da morire, commedia dai toni quasi fumettistici, giocata sugli intrecci di un triangolo amoroso in continua evoluzione.
In scena, un letto a baldacchino, due tavolini bianchi e sul retro una parete con due finestre. È in questa camera d’albergo che si svolgono le tre scene, in cui si assiste a un sovvertimento dei ruoli all’interno del triangolo: i personaggi passano da vittime a carnefici, da amanti a traditori, da avversari ad amici, alleati contro lo stesso oggetto del desiderio.
Esasperate, le caratteristiche di Doriana, Mario e Simone – i tre protagonisti – disegnano quasi la caricatura degli stessi, che perdono la credibilità di persone vere e diventano a tutti gli effetti personaggi, in un valzer di desiderio e gelosia che si evolve in un crescendo fino al paradosso: la comicità sfocia nella farsa.
Una cornice comica riuscita, quella di Amori da morire, nella quale i personaggi diventano macchiette e persino l’orchestrazione di un omicidio si trasforma in occasione di risata: tra battute sagaci e gergo romanesco, alcuni momenti dello spettacolo sfiorano l’arguzia dello sketch comico.
A farla da padrone per tutto lo spettacolo è il ritmo col quale le scene si susseguono, nell’equilibrio dei personaggi che sanno come tenere il palcoscenico.
Nel testo scritto e diretto da Gianni Pontilio, in scena nei panni del marito, particolarmente efficaci sono i dialoghi: fulminanti e paradossali, strappano la risata del pubblico che accetta lo strabordare dei personaggi e delle loro parole all’interno del gioco comico nel suo complesso ben riuscito.
Claudia Farina