LECCO – Si è conclusa da pochi giorni la 71.ma edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Un’edizione grigia, con pochi lampi di grande cinema ma certamente con una vittoria di merito, quella del film svedese del bizzarro Roy Andersson, dal titolo più lungo di una recensione: Un piccione seduto sul ramo riflette sull’esistenza, che i tg nazionali hanno per comodità tradotto con titoli quali Il piccione trionfa a Venezia, o Un piccione in laguna trionfa: arriva dalla Svezia e non da Piazza San Marco.
Tra i numerosi titoli presentati in dieci giorni di kermesse non possiamo non rimarcare la presenza di un po’ di lago in laguna. Di lei hanno parlato anche alcuni giornali della nostra provincia e il nome di Anabel Ciliberti ha iniziato a circolare anche in città; ventisei anni, professione regista, Anabel è nata a Santo Domingo ma è cresciuta e si è formata scolasticamente nella nostra città, dove ha maturato l’amore per l’arte e per il cinema.
Al Lido ha presentato il suo ultimo interessantissimo lavoro Dans Les Bans, una storia a due tutta al femminile, due figure che attraverso l’arte cinematografica cercano di guarire dalle loro turbe mentali, rinchiuse in un ospedale psichiatrico su un’isola deserta. Un progetto ambizioso, che affronta temi delicati e per certi versi poco esplorati.
Anabel debutta a Venezia, città che da qualche tempo l’ha accolta, dopo gli studi tra Milano e Firenze, ma non si è mai dimenticata dei suoi trascorsi lecchesi, e tantomeno Lecco si è dimenticata di lei. Alcuni marchi importanti della nostra cittadina come la Fiocchi Munizioni e le agenzie Corporate Care e Colorito hanno infatti deciso di sostenere il progetto della Ciliberti, dando un contributo concreto e fondamentale per la riuscita del film.
Protagonista di un’intensa serata dedicata a Dans Les Bans al Tennis Club del Lido, la regista era presente anche all’asta benefica presieduta da MPI Italia Chapter e destinata all’onlus MediCinema Italia, associazione no profit impegnata ad utilizzare il cinema come “terapia di sollievo” per i pazienti negli ospedali italiani.
Un po’ di lago ha raggiunto la laguna. E il cinema terapeutico di Anabel non può che renderci orgogliosi.
Davide Sica