ARCHIVIO – Lissone: martedì la maratona dedicata al cinema balcanico

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LISSONE – Un poker di film indipendenti per raccontare i Balcani. È in programma per la giornata di martedì 15 luglio, presso Palazzo Terragni di Lissone (in Piazza Libertà), la lunga maratona dedicata al cinema balcanico e promossa dal festival Suoni Mobili: quattro pellicole per riflettere sui conflitti degli anni Novanta, su cosa volesse dire vivere nei territori della ex Jugoslavia prima, durante e immediatamente dopo la guerra, su quell’odio che ha visto popoli vicini, prima fratelli, tentare di annientarsi vicendevolmente.

locandina benvenuto mr presidentBenvenuto Mr. President di Pjer Žalica (Bosnia Erzegovina), Souvenir Srebrenica di Roberta Biagiarelli e Luca Rosini (Italia), Karaula di Rajko Grlicć (Croazia) e Vengo da Titov Veles di Teona Mitevska (Macedonia): queste le pellicole che verranno proiettate nel corso della serata. Una serata che potrà contare anche sulla presenza di un’ospite d’eccezione: l’attrice, autrice, documentarista e progettista teatrale Roberta Biagiarelli, da anni impegnata nel raccontare con il teatro il massacro di Srebrenica e il cui documentario Souvenir Srebrenica è entrato nella rosa dei cinque finalisti al Premio David di Donatello del 2007.

IL PROGRAMMA – A dare il via alla serata sarà, alle 18, la pellicola Benvenuto Mr. President, film firmato dalla regista bosniaca Pjer Žalica. Al centro della vicenda l’arrivo di Clinton nel paese bosniaco di Tesanj: un arrivo che vuole celebrare, al temine della guerra, il ritorno alla pace. In attesa del presidente, sindaco e paesani si preparano alla messa in scena: fiutando notorietà e denaro, eccoli mettere da parte, almeno apparentemente, i rancori, per inscenare la commedia della comunità democratica e multiculturale. Una recita dietro cui si nascondono, però, dolori inestinguibili.

souvenir srebrenicaDopo la proiezione di alcuni cortometraggi, intorno alle 20.30 sarà la volta del documentario Souvenir Srebrenica, realizzato da Roberta Biagiarelli e Luca Rosini. Srebrenica, quindi: un nome che immediatamente richiama alla mente il genocidio, il massacro di migliaia di musulmani bosniaci. Ed è proprio su quel drammatico evento che punta l’attenzione il documentario della Biagiarelli, nel tentativo di farlo ricordare al maggior numero di persone. «Volevo far sì che Srebrenica – spiega, infatti, la stessa autrice – potesse andare oltre la contingenza della commemorazione e avere la possibilità di fare conoscere questo agghiacciante pezzo di storia a un pubblico più ampio possibile. Il risultato raggiunto – prosegue – è un ibrido, un assemblaggio di differenti materiali, un affresco di Srebrenica oggi, una sorta di tappeto simile a quello sul quale io recito la testimonianza dello spettacolo A come Srebrenica da 8 anni. Ci sono io, col mio modo di fare il teatro, ci sono i testimoni, cioè i cittadini di Srebrenica oggi, le immagini d’archivio, il processo in corso al Tribunale penale dell’Aja, le video-lettere dall’assedio e le immagini della sepoltura collettiva dell’11 luglio 2005. Un intreccio di fili di colori diversi, di trame d’umanità uscite fuori dal telaio della vita e della Storia».

Alle 22.30 sarà la volta del terzo film in programma, ossia Karaula, del regista croato Rajko Grlicć. Siamo in un paese sul confine tra la ex Jugoslavia e l’Albania ed è il 1987. Le vicende personali del luogotenente Pasic, cui viene diagnosticata una malattia trasmessa sessualmente, si intrecciano qui con la crescente isteria generale: l’attesa di un fantomatico attacco da parte dell’esercito albanese.

Infine la chiusura della lunga maratona, in programma a partire da mezzanotte con la pellicola macedone Vengo da Titov Veles. Firmato da Teona Mitevska, il film racconterà la storia di tre sorelle in una cittadina che porta anche nel nome l’eredità del padre della Jugoslavia socialista, Tito.

Per informazioni www.suonimobili.it.

Photo @ Valentina Sala

 

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L'autore di questo articolo

Valentina Sala

È la “flâneuse” che non smette mai di flaneggiare (?): in continuo vagabondaggio tra luoghi (certo) e soprattutto nuovi progetti da realizzare, dirige il giornale in modo non proprio autoritario (!). Ideatrice e cofondatrice de Il Flâneur, non si accontenta di un solo lavoro. Giornalista, ufficio stampa culturale, insegnante di Comunicazione, indossa l’uno o l’altro cappello a seconda delle situazioni. Laureata in Editoria con il massimo dei voti, ama approfondire il rapporto tra città e letterati (sua, infatti, la tesi sulla Parigi di Émile Zola e la Vienna di Joseph Roth), i romanzi che raccontano un’epoca, i film di François Truffaut, le grandi città e, naturalmente, il viaggio flaneggiante, specie se a zonzo per le strade d’Europa. Per contattarla: valentina.sala@ilflaneur.com