LECCO – Con un nuovo capolavoro di David Lynch si conclude il modulo del corso Capire la storia del cinema dedicato al maestro americano. Ultimo lungometraggio del regista, INLAND EMPIRE è forse il suo film più estremo: un lavoro nel quale Lynch porta a compimento la trilogia dell’inconscio dopo Strade Perdute e Mulholland Drive e che aveva avuto anche nell’esordio di Eraserhead un prologo importante.
A cercare di dipanare la matassa di un capolavoro apparentemente inestricabile sarà il caporedattore di Uzak.it e redattore di Cineforum e Teatroteatro.it Matteo Marelli, che terrà la lezione mercoledì 18 gennaio alle 21, come sempre all’interno del Laboratorio aperto del Centro Polifunzionale di Lecco. INLAND EMPIRE, l’opera più lunga del regista, è infatti un film ancora più labirintico dei precedenti, un viaggio nella psiche di una donna, una pellicola che può essere definita, come affermato dallo stesso Lynch, «un mistero su una donna in pericolo».
«Il film – si legge su Il Morandini – è all’insegna di Jung, non di Freud. INLAND EMPIRE, nome di una strada di Est Los Angeles, si compone di 3 ore zeppe di fatti, personaggi, storie, omicidi, misteri, tradimenti, strade perdute, porte che si aprono su altre porte, schermi su altri schermi. Non è arbitrario o insensato: grande è la sua ricchezza di analogie, rime interne, rapporti di contiguità anche a livello sonoro curato personalmente da Lynch. Dallo spettatore si esige di sottrarsi all’egemone montaggio narrativo di Hollywood e dei serial TV dove tutto passa, ed è spiegato, per i dialoghi. Per l’autore il principio generatore del film è diving within and catching the big fish, tuffarsi dentro sé stesso e prendere il pesce grosso. INLAND EMPIRE è un film-mandala che si apre sul futuro».
L’ingresso è libero.