“Anomalisa”, co-diretto da Charlie Kaufman e Duke Johnson. Nelle sale italiane a partire dal 25 febbraio 2016.
Michael è un uomo di mezza età che lavora come customer service ma conduce una vita insofferente e povera di veri rapporti umani. Un giorno vola a Cincinnati per partecipare a un convegno e in albergo incontra Lisa, una donna diversa da tutte le altre…
LECCO – Primo film d’animazione per il genio visionario dello sceneggiatore Charlie Kaufman (co-diretto insieme a Duke Johnson), dopo l’esordio ossessionante di Synecdoche, New York.
E il passo avanti è notevole perché se il film precedente, seppur estremamente affascinante, è il risultato di un approccio vagamente contorto e fin troppo articolato, Anomalisa si inserisce in un cinema molto più consono all’originalità artistica di Kaufman, maestro nel raccontare i tormenti e le insoddisfazioni delle persone tratteggiandone aspetti malinconici e ricchi di umanità.
Attraverso una messinscena alienante e spiazzante, grazie anche all’uso della stop-motion, Kaufman riesce nell’intento d’imbastire una narrazione degna di un film drammatico live-action di grande spessore senza dirigere un solo attore in carne ed ossa.
Michael è un customer service di successo e famoso, perennemente in viaggio per lavoro, così impegnato a raccontare la metodologia adatta e più corretta per rapportarsi con i clienti da dimenticare, nella vita privata, come rapportarsi con il mondo esterno e soprattutto con la propria infelicità.
Per sottolineare l’isolamento del protagonista, Kaufman sceglie di dotare della stessa voce e degli stessi lineamenti del viso ogni personaggio del film, maschio o femmina che sia. Tutti, tranne uno: Lisa.
L’incontro casuale in un hotel di Cincinnati tra Michael e Lisa rappresenta il punto di svolta di un’opera che diventa apologia convincente sulla solitudine e sull’isolamento umano.
Nato nel 2005 come spettacolo teatrale scritto da Francis Fregoli, ovvero lo pseudonimo di Kaufman riferito alla sindrome di Fregoli, il film trova proprio in quest’ultima malattia un collegamento con il personaggio di Michael. Chi è affetto da questa sindrome ritiene conosciute persone che in realtà sono estranee e, viceversa, riscontra un cambiamento delle persone a lui familiari. Michael non ne è affetto, ma la sua depressione si avvicina molto a questo disagio psichiatrico: l’uomo vede e sente le persone che incontra sul proprio cammino come se fossero un unico e solo personaggio, con una sola voce e con un solo viso. Dal passeggero sull’aereo al tassista, fino alla sua ex-fiamma: nessuno si differenzia dall’altro, almeno fino a quando Lisa entra nella sua vita. Con una voce melodiosa e unica, Lisa ipnotizza Michael come nessuno aveva mai fatto prima e da quel momento l’uomo cambia totalmente e sembra rinascere dal grigiore della propria vita.
La crescita del rapporto tra Michael e Lisa nell’arco di una notte e nei corridoi di un hotel di Cincinnati diventa così uno dei più emozionanti incontri cinematografici degli ultimi anni, che trascende la tecnica d’animazione utilizzata e che ci porta in un viaggio intimo fra tenerezza e passione, con la prima vera scena di sesso animato che lascia di stucco per la credibilità e la delicatezza con la quale viene rappresentata.
Nonostante il ritmo non sia sempre ottimale e la tecnica stop-motion alla lunga mostri qualche limite in alcune sequenze, Anomalisa si rivela ricco di scene notevoli, tra le quali è impossibile non citare la performance di Lisa sulle note di Girls Just Want to Have Fun di Cindy Lauper. Da segnalare anche il meraviglioso contributo vocale di David Thewlis (Michael), Tom Noonan (tutti gli altri) e soprattutto Jennifer Jason Leigh (Lisa), che mostra delle sorprendenti doti canore.
Presentato all’ultima Mostra del cinema di Venezia, il film è candidato agli Oscar come miglior pellicola d’animazione e l’impressione è che senza la presenza nella categoria del capolavoro della Pixar, Inside Out, il duo Kaufman-Johnson avrebbe portato a casa una meritatissima statuetta.
Davide Sica