ARCHIVIO – “Capire la storia del cinema”: mercoledì si parla di Paul Thomas Anderson

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andersonLECCO – Ha firmato pellicole come Magnolia, Boggie Nights – L’altra Hollywood, The Master e Vizio di forma ed è considerato tra i maggiori autori cinematografici nel panorama contemporaneo. Si tratta di Paul Thomas Anderson, regista cui il corso Capire la storia del Cinema dedica il secondo appuntamento del modulo incentrato sul cinema contemporaneo statunitense. Dopo l’incontro della scorsa settimana, che grazie all’intervento di Giulio Sangiorgio ha tratteggiato tendenze e nomi di spicco del cinema americano di oggi, mercoledì 20 gennaio, a partire dalle 21 (presso il Laboratorio aperto del Centro Polifunzionale di Lecco, via dell’Eremo 28), sarà la volta del focus interamente dedicato al regista, sceneggiatore e produttore californiano.

vizio di forma

“Vizio di forma”

A illustrare nel dettaglio la poetica di Anderson sarà il critico cinematografico Roberto Manassero, per l’occasione ospite del corso promosso come sempre dall’associazione Dinamo Culturale e organizzato con il contributo del Comune di Lecco. Collaboratore del settimanale di cinema, musica, televisione e spettacolo Film Tv, di Cineforum e della rivista online di critica cinematografica Doppiozero nonché membro del comitato di selezione del Torino Film Festival e autore del volume Paul Thomas Anderson. Frammenti di un discorso americano, Manassero parlerà ai presenti di uno dei maestri del cinema contemporaneo: «da Boogie Nights a Magnolia, da Il petroliere a The Master (una delle ultime interpretazioni del compianto Philip Seymour Hoffman), i suoi film – anticipano i promotori del corso – raccontano radici culturali, padri padroni, fragili figli, vizi di forma e rare virtù dell’America, oggi. Capitalismo e religione, consumismo e paranoia, memoria e passione, utopie che si infrangono. Con il respiro del grande romanzo americano e l’urgenza di omaggiare e allo stesso tempo reinventare la lingua del cinema».

Un cinema, questo, da cui emerge, come sottolinea la direttrice del Torino Film Festival Emanuela Martini, non soltanto la complessità contraddittoria dell’essere americani «oggi come negli anni Settanta, ma anche tutto il disorientamento di essere vivi oggi, ovunque, in un universo che ha perduto ogni solido punto di riferimento».

L’ingresso è libero.

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