“Tornano i pesci, tornano gli ascolti, le colonne sonore di tutti i tuoi tempi, il disco girava nero e felice, solcato dal colpo di punta perfetta, danzava la mente, ballava anche il cuore e tutto ritorna… trentatré anni, trentatré giorni, trentatré ore, tutto ritorna col rimorchiatore…”: basterebbero questi versi di Davide Van de Sfroos tratti dalla sua La benedizione del tritone per riassumere il senso e il significato più profondo del disco Trentatré suonati, una raccolta di undici canzoni inedite pensata, voluta e creata da Stefano Rusconi, storico titolare del Discoshop di Lecco per festeggiare i primi trent’anni (più tre) di attività del suo negozio di dischi, diventato negli anni un’autentica istituzione per ogni lecchese amante della musica.
E come per ogni festa che si rispetti, specie se si tratta di un negozio di musica, non possono assolutamente mancare le canzoni: il vulcanico Rusconi stavolta ha fatto le cose davvero in grande, radunando alcuni amici musicisti che negli anni hanno frequentato Discoshop con incontri, in-store e cantate di vario genere. Il risultato – sorprendente per la brillantezza della proposta artistica e l’attenzione dedicata ai dettagli nella realizzazione grafica, curata da Marco Menaballi – sono undici tracce che ogni artista coinvolto nel progetto ha scritto appositamente per dar vita a Trentatré suonati, un disco pubblicato per espressa volontà di Rusconi soltanto in vinile con una tiratura limitata di 500 copie numerate.
Pochi i nomi noti presenti in questo lavoro – spiccano solo Davide Van de Sfroos e Biglietto per l’inferno – a vantaggio di artisti meno blasonati, ma ugualmente validi e interessanti, sicuramente funzionali all’idea di questo nuovo e particolarissimo progetto discografico. Infatti, se oggi un negozio di dischi ha ancora motivo di esistere (e secondo chi scrive ne ha più d’uno!), lo deve essenzialmente alla sua missione divulgatrice di musica nuova, al suo essere punto di incontro e di confronto per gli appassionati di musica: in questo senso, Trentatré suonati è un mezzo perfetto per far conoscere artisti emergenti e nuove proposte musicali. I negozi di dischi, specialmente nell’epoca dello streaming globale e della musica liquida ascoltata quasi solo sulle piattaforme online, sono diventati degli autentici avamposti di resistenza culturale, l’ultima frontiera rimasta per difendere la bellezza, la passione, l’arte e ovviamente le note e le emozioni legate ad esse… in poche parole, la vita di ogni appassionato di musica!
Tornando a Trentatré suonati e usando direttamente le parole di Stefano Rusconi, ecco chi sono i cantanti coinvolti in questo disco: “Davide Van De Sfroos, icona del folk cantautorale italiano; Pit Coccato, raffinato cantautore; Daniele De Gregori, artista dalla profonda vena poetica; Facile, band dalle sonorità intime e suggestive; WUZ, progetto dall’anima sperimentale; The Niro, cantautore di grande sensibilità; Lorenzo Bonfanti, musicista dal talento versatile; Tommy Mauri, giovane promessa del cantautorato; Luca Milani, voce intensa e potente; Martinelli, musicista emergente dal sound originale; Biglietto per l’Inferno, storica band progressive rock lombarda”.
Se l’apertura del disco è affidata all’amico di lunga data Davide Van de Sfroos con La benedizione del tritone e la chiusura spetta a una versione solo strumentale dell’epica Confessione dei Biglietto per l’Inferno, il succo di questo LP sta proprio nelle altre nove tracce, fra le quali fin da un primo ascolto restano incollate le canzoni di Tommy Mauri (Vita), Daniele De Gregori (Qualcosa di me), Luca Milani & The Glorious Homeless (Heroes are gone) e Facile (Rolling myself into you), sebbene facciano un’ottima figura pure i brani di Lorenzo Bonfanti (One more reason), Martinelli (Muori), The Niro (Rainy days), Pit Coccato (Sit on the throne) e Wuz (#2015).
Van de Sfroos gioca il ruolo di nume tutelare di tutta l’opera, impartendo la propria personalissima benedizione spirituale ovviamente a trentatré giri, mentre i Biglietto per l’Inferno pongono il sigillo finale, una sorta di garanzia di qualità e punto esclamativo in tipico stile rock-prog. Accenni neanche tanto velati di roots-rock affiorano invece fra le note dell’ottimo Luca Milani, con richiami alla sacra triade Springsteen-Mellencamp-Petty, e nel brano dei Facile, grazie a un folk-rock sporco e per certi versi vicino a certe sonorità dell’ultimo Glen Hansard. La canzone d’autore più alta e nobile è portata in palmo di mano dal giovanissimo ma già abile Tommy Mauri e dall’altrettanto validissimo Daniele De Gregori, che nei rispettivi brani fondono alla perfezione e reinterpretano in maniera personale le influenze di mostri sacri quali Niccolò Fabi, Ivano Fossati e Roberto Vecchioni. La sperimentazione sonora è alla base del progetto dei Wuz, mentre il sarcasmo ironico ma mai banale né scontato è ciò che caratterizza l’inedito molto riuscito di Martinelli; ottima anche la fusione fra pop-rock e cantautorato di gran classe proposta da Pit Coccato, The Niro e Lorenzo Bonfanti, i quali – ciascuno a modo proprio – colorano i propri brani con accenti e contaminazioni artistiche derivanti da diversi generi musicali, utilizzando a piacimento tanto la lingua italiana quanto quella inglese.
Trentatré suonati è un disco unico e particolare nel suo genere: unico perché composto da canzoni inedite scritte apposta per questo progetto; particolare perché mette in luce nuovi autori e interpreti della musica italiana, dando spazio ad artisti meno noti al grande pubblico ma già di grande valore e spessore. Un punto di forza inconfutabile di questo disco è che l’ascolto di ogni singolo partecipante rimanda a nomi più famosi, come in un ipotetico gioco di specchi (Guccini direbbe “coi suoi giochi di carambola e rimando”), con finestre musicali che aprono mondi e interconnessioni reciproche sempre piacevoli da rintracciare e (ri)scoprire. In tal modo folk, canzone d’autore, rock, pop, fughe strumentali, violini, chitarre, pianoforti e tanto altro ancora si incontrano fra i solchi di questo LP, dialogando fra loro e definendo così nuovi mondi e orizzonti sonori, che è poi quello che dovrebbe sempre fare la musica, in barba a concorsi a premi, gare, competizioni o classifiche d’ogni sorta! Questo spirito positivo si avverte pienamente in Trentatré suonati, perché in fondo è quello che in trentatré anni di attività ha sempre fatto anche Discoshop: costruire ponti, favorire incontri fra appassionati in uno spazio che ogni volta diventa casa e regalare emozioni a trentatré giri o in altro formato, ma sempre con il cuore rivolto alle sette note del pentagramma.
Matteo Manente