Avviso ai naviganti: questa non è una recensione, quello che segue è un tributo fatto col cuore, un atto d’amore nei confronti di un disco storico, per tanti versi fondamentale e – almeno per me – praticamente perfetto sotto tutti i punti di vista. Perché non si può scrivere qualcosa di obiettivo su uno di quei dischi che ti hanno cambiato la vita, non si può pensare di raccontare in maniera oggettiva quelle Canzoni, quei Suoni e quella Voce che ti accompagnano ininterrottamente da venticinque anni e che rappresentano un porto sicuro dove rifugiarti ogni volta che fuori il mare è in gran tempesta. Quindi cosa volete che possa scrivere su Gente come noi, il disco che nel 1991 rilanciò in grande stile i Nomadi del grande e compianto Augusto Daolio, tornati proprio con quell’album sotto i riflettori mediatici dopo tanti (troppi) anni di oscurantismo e di assenza promozionale a livello radiofonico, televisivo ma soprattutto discografico? Già, perché è facile parlare a posteriori, ma nel 1991 non era scontato che si tornasse a parlare di quel gruppo emiliano che tra alti e bassi aveva attraversato ormai quasi trent’anni di vita musicale e artistica dell’Italia, superando quasi indenne i numerosi mutamenti sociali del Bel Paese, dei gusti degli italiani e dei fisiologici cambi di formazione al suo interno.
Gli anni ’80 erano stati segnati dal riflusso e dal disimpegno generale verso qualsiasi ideale o schieramento ideologico e per un gruppo come i Nomadi, che proprio su determinati ideali e valori aveva fondato la propria cifra stilistica, non era stato facile sopravvivere: forti di uno zoccolo duro di fans che li seguiva nel loro perenne girovagare e far concerti su e giù per l’Italia, non avevano però una casa discografica che li producesse e soprattutto che distribuisse i loro dischi sul mercato. Difficile quindi sopravvivere in una società dello spettacolo dove – soprattutto in quel decennio – l’apparenza contava più della sostanza. Eppure Augusto Daolio, Beppe Carletti, Dante Pergreffi e gli altri componenti del gruppo erano riusciti a suon di canzoni e coerenza, di testa dura e altrettanta determinazione, di album autoprodotti e convinzione nelle proprie idee a portare avanti il nome e l’attività del gruppo fino alle soglie del nuovo decennio. Poi alcuni screzi interni avevano fatto vacillare la nave, con tanto di abbandono da parte del batterista Gianpaolo Lancellotti e del chitarrista Chris Dennis, l’avvio di una causa legale e infine l’ingresso nel gruppo dei nuovi elementi Cico Falzone e Daniele Campani.
Gli anni ’90 si erano aperti quindi con una ventata di aria nuova, un nuovo contratto con l’allora CGD e una freschezza stilistica e compositiva che si era palesata in tutta la sua evidenza già nell’ottimo Solo Nomadi; questa seconda giovinezza dei Nomadi si era fatta sempre più evidente nei numerosissimi concerti che il gruppo aveva tenuto come di consueto in ogni angolo d’Italia, finché nell’ottobre del 1991 non arrivò sugli scaffali dei negozi di dischi un album nuovo che lasciò folgorati in tanti: una copertina bianca su cui erano disegnate le sagome dei volti di Augusto Daolio, Beppe Carletti, Dante Pergreffi, Cico Falzone e Daniele Campani, un titolo – Gente come noi – che la diceva lunga sulle reali intenzioni del gruppo e sul contenuto delle nuove canzoni.
Tanto per intenderci, Gente come noi è il disco che comprende tra le altre canzoni come Gli aironi neri, Ma che film la vita o C’è un re, tutti evergreen da lì in avanti, ma anche le storie di persone comuni come il pittore emiliano Antonio Ligabue (Dammi un bacio), il sindacalista brasiliano Chico Mendes, ucciso perché difendeva i diritti degli indios dell’Amazzonia (Ricordati di Chico), il ragazzo che in Piazza Tienanmen due anni prima aveva fermato una colonna intera di carri armati (Uno come noi), così come gli amici di sempre – protagonisti di Colpa della luna – che la vita aveva strappato prima del tempo. Insomma, Gente come noi conteneva e contiene tutt’oggi molti degli stilemi che hanno contraddistinto la carriera musicale dei Nomadi: impegno sociale (Il serpente piumato, atto d’accusa contro i corrieri della droga che da Medellin raggiungevano poi il resto del mondo), pacifismo e antimilitarismo (C’è un re e Uno come noi), ecologia e difesa dei diritti umani (Ricordati di Chico), amore per la vita (Ma che film la vita, vero e proprio manifesto artistico di Augusto Daolio), considerazioni sul tempo che passa e sulla strada percorsa (Cammina cammina), sulle stagioni che cambiano portando con sé ricordi, sensazioni e colori (Gli aironi neri), ma anche sull’importanza delle radici (Salutami le stelle) e l’invito a resistere ai soprusi compiuti troppo spesso da uomini contro altri uomini (Ma noi no): Gente come noi è la summa artistica di un gruppo giunto forse alla propria maturità artistica e umana, al suo apice creativo grazie anche a una formazione che, nonostante suonasse assieme da soli due anni, aveva trovato una compattezza e una resa che non sarebbe più stata eguagliata negli anni a venire.
Lanciati addirittura con il primo videoclip della loro carriera – la struggente e malinconica Gli aironi neri – i Nomadi ottennero con Gente come noi un successo forse insperato ma altrettanto sicuramente meritato; purtroppo, il riscontro e l’armonia interna ritrovati dureranno il tempo di pochissimi dischi: appena un anno più tardi, infatti, il 14 maggio 1992 perderà la vita in un incidente stradale il bassista Dante Pergreffi, mentre il 7 ottobre 1992 morirà addirittura il leader e fondatore Augusto Daolio. Anche alla luce di queste due disgrazie che si accanirono sulla storia dei Nomadi, Gente come noi – uscito da poco in versione deluxe per celebrare il venticinquesimo anniversario dalla sua pubblicazione – assume un valore che va ben oltre al semplice ed evidente lato artistico: le undici tracce originali registrate nei suoi solchi ci riconsegnano l’immagine e il suono di un gruppo probabilmente a uno dei suoi massimi storici, con la voce calda e avvolgente di Augusto che sembra fin troppo bella e perfetta per essere vera, le chitarre di Cico e la batteria di Daniele a dare freschezza e nuova linfa a un sound che le tastiere di Beppe e il basso di Dante avevano saputo mantenere costante e coerente nel corso degli anni.
Per gli amanti del gruppo emiliano e per chi è cresciuto ascoltando questo album forse più di ogni altro, la nuova versione deluxe permette oggi di approfondire un periodo magico per i Nomadi: al disco originale, arricchito di 6 bonus tracks (la versione in italiano di Dam un bès oltre alle basi musicali originali di Gli aironi neri, C’è un re, Uno come noi, Ma noi no e Ma che film la vita), si aggiungono altri due cd che contengono la registrazione audio dello storico concerto tenuto dai Nomadi al Teatro Smeraldo di Milano il 21 ottobre 1991, già pubblicato in vhs e dvd alcuni anni fa, qui rimasterizzato e digitalizzato. Un’occasione in più per celebrare i 25 anni di un disco che a distanza di tanto tempo non ha perso un briciolo della sua freschezza; un’occasione per chi, neofita, vuole accostarsi alla musica di un gruppo che comunque ha segnato e scritto la storia della musica d’autore italiana; ma soprattutto un’occasione imperdibile per riascoltare ancora una volta la voce magica di Augusto Daolio, cantante, autore di testi, pittore, artista dei sentimenti che troppo spesso è stato dimenticato o trascurato dagli addetti ai lavori, ma mai dai suoi fans: Gente come noi è la testimonianza musicale più alta della sua creatività, della sua capacità di scrivere testi di canzoni che andavano al fondo delle questioni e della sua espressività senza eguali. A differenza di tante altre celebrazioni postume, questo piccolo cofanetto ha il pregio di unire in tre dischi tutte queste caratteristiche… e con i tempi che corrono, con artisti che durano il tempo di un reality, non è cosa da poco né tantomeno scontata!
Di seguito la tracklist completa di Gente come noi – 25th Anniversary Edition:
CD1 – Gente come noi: 01. Gli aironi neri / 02. Il serpente piumato / 03. Ricordati di Chico / 04. Dammi un bacio (Ligabue Antonio) / 05. C’è un re / 06. Salutami le stelle / 07. Uno come noi / 08. Ma noi no / 09. Ma che film la vita / 10. Colpa della luna / 11. Cammina, cammina
Bonus Tracks: 12. Dam un bès (Ligabue Antonio – Versione in italiano) / 13. Gli aironi neri / 14. C’è un re / 15. Uno come noi / 16. Ma noi no / 17. Ma che film la vita
CD2 – Gente come noi * In concerto (Live Parte I): 01. Stagioni (Strumentale – Voce intro: Augusto Daolio) / 02. Il paese delle favole / 03. C’è un re / 04. Ma che film la vita / 05. Il serpente piumato / 06. La collina / 07. Il paese / 08. Ricordati di Chico / 09. Il vecchio e il bambino / 10. Dammi un bacio / 11. Uno come noi
CD3 – Gente come noi * In concerto (Live Parte II): 01. L’uomo di Monaco / 02. Il pilota di Hiroshima / 03. Canzone del bambino nel vento (Auschwitz) / 04. Salutami le stelle / 05. Colpa della luna / 06. Asia / 07. Ho difeso il mio amore / 08. Canzone per un’amica / 09. Dio è morto / 10. Io vagabondo / 11. Gli aironi neri