A otto anni di distanza dal precedente – e finora unico – disco acustico intitolato Deja vù, i Negrita tornano sul fantomatico luogo del delitto e lo fanno coronando un piccolo grande sogno nel cassetto di ogni artista rock cresciuto negli anni Novanta: registrare il celeberrimo MTV Unplugged, storico format americano che tanta fortuna ha avuto a inizio degli anni ‘90 grazie ai dischi dal vivo di artisti del calibro di Nirvana, Pearl Jam, Alice in Chains, Bob Dylan o Eric Clapton, proprio nel momento in cui la band di Pau e soci muoveva i primi passi nel mondo del rock italico. Registrato la scorsa estate nella loro Arezzo, l’MTV Unplugged dei Negrita è uscito a fine novembre e comprende una manciata di loro classici arrangiati e tirati a lucido per l’occasione, oltre a un paio di duetti con ospiti che a loro volta hanno scritto pagine fondamentali di rock italiano in quella decade: Piero Pelù e Manuel Agnelli, rispettivi leader e voci dei Litfiba e degli Afterhours.
Così, accanto alle ormai storiche Mama maè, Cambio, Ho imparato a sognare o le più recenti Rotolando verso sud, Brucerò per te e Gioia infinita, ecco Pau duettare con Pelù suole note intramontabili de El diablo e con Agnelli nella sempre splendida Non è per sempre. Mentre la voce di Pau dirige le danze, intrattenendo il pubblico e duettando con gli ospiti (oltre a Pelù e Agnelli, nel disco compare anche il giovane Rkomi in Rotolando verso sud, come a voler segnare un ipotetico passaggio generazionale), Drigo e Mac giocano di fioretto con le loro chitarre, intrecciando riff e arrangiamenti raffinati e sempre calzanti per questa nuova dimensione acustica che tanto pare piacere a una delle rock band più importanti del panorama italiano.
Sebbene in versione elettrica brani come Cambio o Mama maè abbiano indiscutibilmente una marcia in più, non sfigurano comunque nemmeno in questa nuova veste acustica: le chitarre di Drigo sono inconfondibili e l’atmosfera di tutto il concerto ne risente positivamente. Un indubbio beneficio traggono dagli arrangiamenti acustici le più recenti Il gioco, Dannato vivere, Brucerò per te e Non torneranno più, poste una dietro l’altra in apertura delle danze come a preparare il piatto forte dei classici che seguono a ruota. Riuscitissime risultano pure le ormai consolidate e conosciutissime Che rumore fa la felicità, Il libro nella mano, la bomba nell’altra e Malavida en BS.AS., mentre non hanno bisogno di ulteriori presentazioni cavalli di battaglia come Cambio, Mama maè e Ho imparato a sognare, qui proposte dai “Docs” in una nuova veste completamente estranea agli originali. A chiudere il concerto e a mandare tutti a casa felici e contenti dopo la profonda Rotolando verso sud cantata in coppia con l’esordiente Rkomi, ci pensa un’altra hit di grande successo per i Negrita del nuovo millennio, ovvero quella Gioia infinita che negli anni si è guadagnata il ruolo di inno per concludere ogni spettacolo.
MTV Unplugged dei Negrita consegna una band che ormai veleggia per i trent’anni di onorata carriera e che, nonostante qualche passo falso nelle ultime produzioni elettriche, dimostra di godere di ottima salute e di stare bene su qualsiasi palco, elettrico o acustico che sia. I Negrita che escono dall’MTV Unplugged sembrano quasi più a loro agio in questa rinnovata veste acustica rispetto al classico cliché rock and roll: che questa interessante esperienza sia la nuova linfa necessaria alla band toscana per rinfrescare il proprio sound e ridare smalto al proprio repertorio? Visti gli esiti non proprio esaltanti degli ultimi lavori in studio – il discreto 9 ma soprattutto Desert Yatch Club non hanno lasciato certo il segno come i loro predecessori – è una domanda che quantomeno è legittimo porsi, in attesa di vedere quali saranno le prossime mosse di Pau e compagni.
Matteo Manente