Musica essenziale. I migliori album del 2021 ascoltati da “Radio Flâneur”

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Con un colpo di coda sfoderato negli ultimi mesi dell’anno, anche il 2021 che ci lasciamo alle spalle ha saputo regalarci ottimi momenti musicali. Se i primi mesi dell’anno non hanno fatto registrare grandi movimenti sul mercato discografico, è da dopo l’estate che è cominciata una lenta ma inesorabile corsa alle nuove pubblicazioni, culminate come sempre avviene nelle settimane precedenti le festività natalizie.

Fra gli album più interessanti ascoltati negli ultimi dodici mesi, l’ipotetico e del tutto personalissimo podio per il trofeo di “miglior disco del 2021” se lo sono guadagnato nell’ordine Cisco con le sue Canzoni dalla soffitta, Massimo Priviero con lo splendido Essenziale e Davide Van de Sfroos che ha siglato un gran ritorno sulle scene con Maader Folk. Restando in campo italiano, degne di nota son state anche le uscite dei Nomadi con Solo esseri umani, di Max Gazzè con la sua poesia stralunata ma sempre efficace in La matematica dei rami, dei Negrita con il favoloso e trasognante disco dal vivo MTV Unplugged, della PFM che ha dato alle stampe in versione italiana e inglese il nuovo Ho sognato pecore elettriche, di Caparezza con il pluripremiato Exuvia, di Edoardo Bennato e la legacy edition dello storico La torre di Babele in occasione del suo quarantacinquesimo e il milanese Carlo Ozzella, che in attesa del nuovo album d’inediti, ha rilasciato un nuovo Ep dal titolo Aspettando qualcosa. Ben al di sotto delle aspettative sono risultati invece altri due dischi che, come spesso succede, hanno invece venduto parecchio: Siamo qui di Vasco Rossi – disco più inutile che brutto, il che forse trattandosi di Vasco è ancora peggio! – e Discover, primo album di cover per Zucchero, che risulta un lavoro senza capo né coda pur contenendo alcune canzoni ben fatte (Amore adesso e Canta la vita). Molto meglio, per lo Sugar nazionale, la terza rivisitazione di D.O.C., intitolata InAcustico. DOC & More e pubblicata a maggio, con versioni acustiche di alcuni suoi brani storici insieme a tutti gli inediti contenuti nell’ultimo lavoro realizzato nel 2019.

Sul versante estero, a farla da padrona son stati ancora una volta i grandi e per fortuna eterni nomi del rock: Bruce Springsteen ha aperto gli archivi per restaurare sia l’audio che il video degli storici e adrenalinici The Legendary 1979 No Nukes Concerts: 13 brani che sono un puro distillato della produzione del Boss di fine anni ’70, quando a cavallo fra Darkness on the edge of town già pubblicato e The River ancora da registrare Springsteen si trovava all’apice delle sue performance incendiarie insieme ai compagni della E Street Band. Sul finire dell’anno Neil Young ha riunito i suoi Crazy Horses con Nils Lofgren al posto di Poncho Sampedro alle chitarre per pubblicare l’ottimo Barn: un disco perfettamente in bilico tra Harvest e Zuma, che sublima al meglio l’eterno dualismo acustico ed elettrico che da sempre definisce il cantautore canadese. Sempre fra i dischi di inediti, spiccano Downhill from everywhere di Jackson Browne – un album perfetto, delicato, diretto ed emozionante come solo il cantautore statunitense sa garantire da parecchi decenni – l’Ep dei Counting Crows intitolato Butter Miracle Suite One – che in 4 brani tornano ai fasti di oltre vent’anni fa – e Pressure machine dei The Killers, che anche solo per il singolo Quiet town meritano una citazione ad hoc. Altri progetti decisamente riusciti sono stati un paio di dischi di cover: Turning to crime dei Deep Purple, che si sono divertiti e divertono l’ascoltatore nel rivisitare pezzi storici del rock-blues anni Settanta (su tutte White Room dei Cream e Watching the river flow di Bob Dylan), ma anche il primo disco postumo del compianto Chris Cornell, No one sings like you anymore, che raccoglie una serie di incisioni dell’ex voce dei Soundgarden alle prese con brani altrui (su tutti spiccano Patience dei Guns n’ roses e Nothing compares to you). Infine una menzione a parte spetta a Flag day, sulla carta semplicemente la colonna sonora dell’omonimo e nuovo film di Sean Penn, ma in realtà un disco firmato a metà da Eddie Vedder e Glen Hansard, con la collaborazione di Cat Power e della figlia del cantante dei Pearl Jam, Olivia: una manciata di canzoni che da sole varrebbero un disco di inediti a testa sia per Vedder sia per Hansard, che duettano alla meraviglia sull’emozionante Tender mercies e regalano future perle come As I did before (Hansard) e Flag day (Vedder).

Seppure sciolti ormai da anni, i R.E.M. hanno voluto celebrare i 25 anni del loro capolavoro New adventures in hi-fi con una ristampa dell’album del 1996 con b-sides e outtakes del periodo: un cofanetto da avere per tutti gli amanti della band di Athens, pregevole pure nell’artwork. Proseguendo con ristampe e recuperi d’archivio, non poteva mancare il bardo Bob Dylan, che con Springtime in New York prosegue nella lista delle sue Bootleg Series, sfornando il volume numero 16 di questa preziosissima collezione che copre gli anni dal 1980 al 1985. Infine, non poteva mancare la categoria degli album dal vivo: oltre a The lady in the Balcony: lockdown sessions di Eric Clapton e a Knewborth 1996 degli Oasis – registrati qui al loro massimo espressivo, con una scaletta che raccoglie il meglio della loro prima produzione – una menzione speciale spetta per John Mellencamp, che in attesa del nuovo disco d’inediti previsto per gennaio 2022 e anticipato dalla splendida Wasted days in coppia con Springsteen, ha stampato il notevole Good Samaritan Tour 2000: un folk-rock eccezionale portato vent’anni fa dal cantautore dell’Indiana di strada in strada per il solo gusto di suonare, senza alcun disco da promuovere o intento di guadagnare soldi per le proprie esibizioni.

In attesa di scoprire cosa ci riserverà a livello musicale il 2022 in arrivo – tra le uscite più attese ci sono il già citato Mellencamp e Eddie Vedder – godiamoci il meglio della musica pubblicata in questi ultimi dodici mesi, sperando che l’anno nuovo, oltre a tanti altri dischi, sia finalmente quello buono per la piena ripartenza dei concerti e della musica dal vivo in tutte le sue forme, che da due anni a questa parte sono i veri e propri assenti dai bilanci di ogni fine anno che si rispetti.

Buon Anno Nuovo e Buona Musica a tutti!

Matteo Manente

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