LECCO – Il clima che si respira è quello delle osterie e dei caffè di musica folk che negli anni Sessanta e Settanta si sono diffusi un po’ in tutta Italia, prendendo spunto dai locali del Village newyorkese che sin dal decennio precedente avevano portato alla ribalta giovani artisti che avrebbero fatto la storia della musica. Luoghi speciali, che spalancavano a chi ne varcava la soglia un microcosmo unico composto da cantautori, poeti e comici parte della controcultura dell’epoca, sicuramente impossibile da replicare oggi. Locali, ancora, dove nelle migliori serate poteva capitare di ascoltare giovani e talentuosi musicisti arrivati da chissà dove con una chitarra e poco altro: artisti che, alternandosi su un piccolo palco, riuscivano finalmente a esprimersi, a porre le basi per un nuovo linguaggio per un’intera generazione.
Tutto questo è sembrato riprendere forma, certamente in piccolo, a Lecco lo scorso giovedì 25 ottobre, nella prima serata de I Re Nudi, rassegna dedicata alla canzone d’autore promossa dalla Taverna ai Poggi in collaborazione con HDstudio e Francesco Bertoletti di C’esco e i musicanti di Brahma. Un’iniziativa nata da un’idea di Stefano Fumagalli di HDstudio in occasione dei 10 anni di attività e che già dal primo appuntamento ha saputo creare un’atmosfera azzeccata, con luci soffuse, ottima acustica, cibo, vino e un pubblico attento, interessato e predisposto senza pregiudizi a farsi trasportare dai brani degli artisti presenti.
Una ricetta a cui si sono aggiunte delle proposte musicali sicuramente interessanti: ad alternarsi al microfono sono stati, infatti, la bergamasca Valentina Benaglia di La Malaleche, il lecchese Medāle (Pietro Magnani) e, in sostituzione dell’assente Sara Velardo, tre componenti di C’esco e musicanti di Brahma, nello specifico Tommaso Intrieri, Emanuele Panzeri e lo stesso leader della band e co-organizzatore de I Re Nudi C’esco (Francesco Bertoletti). Giovani interpreti curiosi di sperimentare e, soprattutto, con un’esigenza espressiva molto forte, che ha portato a uno spettacolo godibile anche perché molto variegato, da pezzi più intimi a brani di forte impegno sociale, da classiche ballate a musica più contemporanea.
E così Valentina Benaglia (cantante e chitarrista La Malaleche), la più a suo agio sul palco, ha portato un repertorio di pezzi in grado di far emergere un sound che rifugge etichette di genere e confini geografici. Canzoni libere che riflettono su tematiche contemporanee e che spaziano da pezzi con forti influenze reggae e carichi di una leggerezza mai banale a brani folk più classici ma densi di significato, come Viva Memoria (che ha visto esibirsi anche l’autore nonché percussionista della band, qui alla chitarra). E ancora momenti di patchanka acustica, in stile Mano Negra, che sottolineano ancora di più l’anima libera e senza barriere mentali e linguistiche che sembra caratterizzare l’artista.
Sorpresa della serata, poi, l’esibizione di Medāle. Il repertorio electro-rock del giovane musicista lecchese è sembrato infatti adattarsi molto bene anche a una versione più acustica, che ha permesso al cantautore di comunicare ancora meglio la disperazione e lo straniamento che emerge dai sui brani. Evidente, nei pezzi di Medāle, il senso di oppressione trasmesso dalla sua città, Lecco, e l’attrazione per la montagna (o meglio per la parete), ma non in una semplice e già vista riproposizione dell’abusata antitesi natura/cemento o città/vette incontaminate, bensì in un rapporto complesso e conflittuale, che vede la montagna sia come salvezza che come minaccia, oppressione e allo stesso tempo liberazione della e dalla città.
Molto diversi tra loro i pezzi proposti da due dei componenti di C’esco e i musicanti di Brahma: Tommaso Intrieri ed Emanuele Panzeri, entrambi in versione solista. Intrieri ha regalato al pubblico brani dolci e malinconici che parlano di esperienze e soprattutto delusioni tipiche dalla sua giovane età, ma in grado di mettere in luce uno dei timbri più interessanti di tutta la serata.
Panzeri ha invece proposto Con i piedi per terra, una canzone del suo progetto Le strade per la luna che affronta tematiche sociali come il razzismo e la discriminazione nell’Europa contemporanea. Due artisti – Intrieri e Panzeri – che si sono esibiti anche nel finale di serata insieme a Francesco Bertoletti (C’esco), che si è riunito ai colleghi per eseguire due intensi brani della band lecchese. Notevole l’esecuzione di Credo nell’uomo, una sorta di inno di speranza con lo sguardo rivolto al futuro, perfetto per accompagnare verso il closing time ufficiale affidato a una ballata di Medāle.
Daniele Frisco