“Shahrazād”: “I fratelli Kristmas” di Giacomo Papi
Un romanzo che si veste di fiaba

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Quali ingranaggi super sofisticati regolano il tempo durante la notte di Natale? Quale squadra di lavoro agisce compatta durante l’anno in vista del giorno più magico di tutti? Esistono gli elfi e i nani picchiatori? Babbo Natale ce l’aveva un papà? Quanto può essere avido un avido giocattolaio che vuole impadronirsi del Natale?

Surreali e fantasiose, queste sono solo alcune delle domande che costruiscono le fondamenta de I fratelli Kristmas (Einaudi, 2015) di Giacomo Papi, un romanzo che si veste di fiaba e che gioca sull’intreccio di storie buffe e di personaggi rari per sbirciare sul significato del dono e del Natale, di ciò che è giusto e di ciò che è equo.

Un’atmosfera nordica avvolge la storia e il lettore, che viene proiettato – senza troppe cerimonie – nel «luogo più segreto dell’universo, invisibile perfino a Google Maps», il quartier generale di Niklas Kristmas, alias Babbo Natale, e dei suoi: «a Ullapoool non volava una mosca, anche perché a venti gradi sotto zero sarebbe morta di freddo».

Ma non è Ullapoool con Niklas Kristmas ad accogliere il lettore alla prima pagina del libro: se è vero che non c’è magia del Natale senza bambini, è giusto che siano loro ad aprire, in una sorta di preambolo, anche questo racconto in clima natalizio. Ed eccoli, il 23 dicembre, Maddalena e Pietro, due fratelli che fingono di dormire nella loro stanzetta buia affacciata sula laguna. Da Venezia, ancora non lo sanno, faranno il giro del mondo in una notte sola, sopra una slitta volante, in compagnia di Luciano Kristmas, il fratello uguagliatore di Niklas che lo sostituirà salvando il Natale, del nano picchiatore Efisio e delle renne, permalose e fedeli.

fratelli kristmas1Come il Natale senza i bambini, così le storie senza i cattivi non potrebbero esistere: insoddisfatto e rancoroso industriale giocattolaio, Panicus Flynch – il suo «nasone carnoso perfettamente disossato» in mezzo alla faccia – è da sempre l’antagonista dei fratelli Kristmas, pronto a sfoderare tutte le sue armi per fermarli e accaparrarsi il Natale.

Tra gnomi orologiai, yeti, valchirie, uomini uguagliatori, mummie egizie, parchi divertimento che occupano l’intera Grecia, la trama svicola e si snoda verso il Natale in una corsa contro il tempo, che tiene il lettore col fiato sospeso. Con il suo stile schietto e graffiante, Giacomo Papi si diverte anche a istruire il lettore agganciandolo al testo con note di approfondimento, reali o di finzione, sempre narrative. Sono parte integrante del romanzo, lo arricchiscono, come apparato testuale sotterraneo che affonda nel magico e nella storia. Invenzione, gioco, ironia, note al testo, riflessioni lievi compongono la pasta di questo libro, che si legge come una fiaba di Natale e si guarda come finestra sulla realtà.

A impreziosire il romanzo, infine, l’immagine in copertina, raffigurante Niklas e Luciano Kristmas: il disegno porta la firma di Gipi, Gian Alfonso Pacinotti, noto fumettista e regista italiano.

Claudia Farina

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L'autore di questo articolo

Claudia Farina

È la più piccola dei flâneurs, con una chioma ribelle e un sacco di sogni. Fin da bambina innamorata del racconto e delle parole, saltella tra una storia e l’altra, tra la pagina e la vita. Laureata in Lettere Moderne, è alla ricerca costante di nuove ispirazioni e di luoghi dove imparare. La tesi sulla narrazione nella musica di Wagner è stata un colpo di testa (e un colpo di fulmine!). Suona il clarinetto da (un po’ meno di) sempre, ama la musica, l’amicizia quella vera, la natura, lo stupore e la Bolivia, che porta nel cuore. Crede negli incontri che cambiano la vita e la rendono speciale, come quello con Il Flâneur! Pensa molto (forse, troppo). Le piace viaggiare e scoprire il mondo, fuori e dentro i libri. Nella scrittura si sente a casa ed è convinta che la cultura, passione ribelle, sia davvero in grado di cambiare il mondo.