LECCO – Ci sono uomini che riescono ad analizzare la società in cui vivono in maniera tale da fornire nuovi paradigmi e nuove definizioni agli stessi contemporanei e a coloro che arriveranno dopo. Sono pochi, nei differenti ambiti della cultura, coloro che hanno avuto una simile capacità di analisi e uno di questi è stato sicuramente, da un punto di vista sociologico, Zygmunt Bauman con il suo concetto più volte citato (anche a sproposito) di modernità liquida. Per quanto riguarda l’antropologia, uno degli sguardi più acuti e originali è invece quello di Marc Augé, grande studioso francese che dopo aver dedicato le sue ricerche iniziali all’Africa occidentale è passato allo studio dei mondi contemporanei.
E proprio Augé sarà l’ospite conclusivo e allo stesso tempo più prestigioso di Leggermente, la rassegna dedicata ai libri e alla lettura organizzata da Assocultura Confcommercio Lecco. Tre, nello specifico, gli appuntamenti nei quali si potrà incontrare l’antropologo, tutti in programma per la giornata di sabato 7 aprile: alle 10 in sala Ticozzi a Lecco, alle 16 al Museo Etnografico dell’Alta Brianza a Galbiate e alle 21 all’Auditorium Casa dell’Economia di Lecco.
Un’occasione da non perdere, quindi, per ascoltare uno dei massimi osservatori di questa nostra nuova modernità o surmodernità, fortemente legata alla globalizzazione e generatrice di quelli che Augé ha definito non luoghi (centri commerciali, grandi alberghi, aeroporti), spazi contemporanei completamente privi di storia e identità e che, in quanto estranianti e deculturalizzati, sono l’opposto dei luoghi antropologici. Una teoria, quella dei non luoghi, espressa in diversi libri di successo – come ad esempio Un etnologo nel metrò – che sono riusciti a suscitare l’interesse anche di lettori non specialisti.
Tornando ai tre eventi in cartellone, Augé terrà a Galbiate una conferenza dal titolo A che cosa serve l’antropologia oggi?, mentre negli appuntamenti di Lecco presenterà il suo libro Momenti di felicità (Raffaello Cortina Editore). Un’opera, quest’ultima, che prende in esame i momenti felici che oppongono resistenza a un’epoca presente dominata dall’incertezza, attimi che Augé definisce di felicità nonostante tutto. Dall’incontrare un viso o un paesaggio alla lettura di un libro, dalla visione un film o l’ascolto di una canzone fino all’emozione del ritorno o della prima volta: questi, secondo l’antropologo, alcuni dei momenti di felicità nei quali possiamo imbatterci anche inavvertitamente.
«Spesso – si legge infatti nella presentazione del volume – arrivano improvvisi, in situazioni dove nulla sembrerebbe favorirli: esistono e resistono, contro venti e maree, al punto di abitare stabilmente la nostra memoria. Marc Augé esplora questi momenti di felicità, mescolando riflessioni e ricordi personali, con un piccolo cammeo dedicato ai canti e sapori d’Italia, delizioso omaggio ai piaceri dei sensi che il nostro Paese gli ha sempre offerto e offre a chiunque sappia intenderli come forma di autentica cultura».