Il nuovo appuntamento con la rubrica letteraria curata da PeregoLibri di Barzanò ci conduce alla scoperta di uno dei più noti cantastorie per piccoli, e grandi, lettori: Roald Dahl. In occasione di quello che sarebbe stato il suo centesimo compleanno, ecco un ricordo di un autore che ha fatto della fantasia la sua arma di difesa dal mondo.
BARZANÒ – Roald Dahl, il più amato tra gli autori per bambini di tutti i tempi, quest’anno soffierebbe sopra cento candeline, infilate ad una ad una, immaginiamo, nella superficie pannosa di un’enorme torta a strati colorati. Compie cento anni il cantastorie più conosciuto ed apprezzato dal pubblico di piccoli e grandi lettori, poliedrico e sfaccettato. Tanti gli eventi a lui dedicati in questa particolare ricorrenza e durante la Bologna Children’s Book Fair si è celebrato l’autore in un congresso ricco di parole e di immagini splendide. In occasione del centenario, Salani presenta un’edizione completa dell’autore, rivestita di una nuova grafica e arricchita da illustrazioni firmate da Quentin Blake. Anche noi vogliamo ricordarlo.
Nato in Galles nel 1916, nelle sue vene scorre sangue norvegese. Dopo un paio d’anni trascorsi a Llandaff, la famiglia Dahl si trasferisce in Inghilterra, dove Roald passerà la sua vita. Alle costrizioni di un’infanzia dura e severa, trascorsa in rigidi collegi, il piccolo Roald Dahl risponde con fierezza e sorriso: nelle lettere settimanali alla mamma, inventa storie rassicuranti, amicizie profonde e insegnanti generosi. Si firma con uno pseudonimo, che diverrà poi personaggio: “Boy”. Fin da bambino, la fantasia è la sua arma contro il mondo, il suo scudo contro la paura. Cresciuto, rimane un ribelle che crede nella magia che esiste tutt’intorno a noi. Durante la Seconda Guerra Mondiale presta servizio nella Royal Air Force: vola nei cieli, ma vola come volano i bambini, con gli occhi scintillanti.
«Stand on your toes and try to reach the sun» è il suo motto: saldi a terra ma tendenti al sole, all’oltre. I libri di Roald Dahl, le sue storie dense e magnetiche, rappresentano una svolta radicale nella narrativa per l’infanzia. Si inseriscono nella scia della letteratura per indovinelli e giochi di parole inaugurata da Carroll con il suo Alice nel Paese delle Meraviglie. Dahl, però, è un innovatore radicale, vero e proprio alchimista dei generi: mescola e miscela abilmente l’horror e il comico, il fiabesco e il grottesco. Le sue metafore acute raccontano cose difficili come l’instabilità familiare, il sistema scolastico, gli adulti lupi (o streghe?) che si trasformano in agnelli.
Sceglie di rappresentare i bambini come avversari positivi degli adulti, ottusi e ombrosi. L’infanzia come luogo generoso e, sempre, ribelle. Perché lo sguardo del bambino coglie dettagli essenziali della realtà ed evidenzia i lati ridicoli del mondo consumista e impacchettato. La società vuole addomesticare i bambini. Matilda, Charlie, Little Bill, James si oppongono e combattono grazie all’aiuto di adulti non convenzionali e sensibili, come il surreale Willy Wonka.
Roald Dahl conserva il suo essere bambino e parla ai bambini. E agli adulti, al bambino che hanno perso dentro di loro. Leggere storie per reagire al mondo. Le storie di Roald Dahl sono spesso orribili: i bambini imparano la paura molto velocemente; solo così possono ribellarsi ad essa e reagir e al mondo.
La ribellione è una prospettiva nuova e costruttiva: serve a creare un significato nel mondo. E allora siamo fantasiosi e sempre ribelli: «Stand on your toes and try to reach the sun».
Claudia Farina di PeregoLibri