LECCO – L’Africa, continente che guarda avanti, che prova a costruire una società migliore grazie alla capacità di inventare, alla fantasia, al talento. Lontano dai luoghi comuni, da una visione del continente africano come fermo, immobile, sconfitto, il volume Capo di buona speranza. Le sorprese di un’Africa che non ti aspetti del giornalista e antropologo Eyoum Nganguè rivela un mondo completamente diverso, fatto di inventiva e speranza nei confronti del futuro. Un libro appena pubblicato da Emi e che sarà presentato a Lecco nel corso della serata promossa dal Coe, da Mondo e Missione e da Emi, fissata per giovedì 21 maggio alle 21, presso la sala conferenze di Confcommercio Lecco.
Il volume, ricca carrellata di esempi di straordinaria inventiva, permette di vedere l’Africa da una prospettiva nuova, talvolta inaspettata. Dal pane prodotto con un mix di grano e manioca per ridurre l’import di frumento a un’industria cinematografica che è la seconda mondiale, dal motore che funziona a pipì brevettato da quattro adolescenti nigeriane al primato della città di Ifrane (Marocco), secondo centro urbano più pulito al mondo. E poi Vuya, il tablet made in Sudafrica che si ricarica con la luce del sole, il pepe bianco di Penja, spezia camerunese più pregiata della terra, e le numerose storie al femminile, «che raccontano – si legge nella presentazione del libro – un continente intriso di speranza e capace di futuro: scrittrici e fumettiste, modelle e attrici, esploratrici e cuoche di fama internazionale».
Un racconto ricco, di cui nella serata lecchese parlerà lo stesso autore, nato in Camerun nel 1967. Un giornalista che nel corso della sua vita ha dovuto affrontare, a causa delle sue inchieste e denunce, alcuni mesi di detenzione. «Siamo molto contenti – commenta Rosa Scandella, presidente del Coe – di presentare il libro di uno nostro ex collaboratore a Douala, in Cameroun. Eyoum Nganguè dà visibilità a quell’Africa ricca di valori e di potenzialità che il nostro fondatore Don Francesco Pedretti ci ha insegnato a scoprire e far conoscere. Non è un caso se molti dei nostri progetti sono culturali ed educativi: siamo infatti convinti che l’educazione sia il motore dello sviluppo». «Dopo aver lavorato con Eyoum Nganguè in Camerun e aver condiviso anche i momenti difficili del suo imprigionamento a causa di un articolo – aggiunge la giornalista Anna Pozzi, curatrice del libro – abbiamo continuato nel corso di molti anni un’intensa collaborazione che mirava a raccontare l’Africa in tutti i suoi aspetti e in tutta la sua complessità: quella delle guerre, della fame, delle ingiustizie, ma anche l’Africa dei talenti emergenti, del protagonismo delle donne o delle start up più innovative. Questo libro è in qualche modo la sintesi di una lunga collaborazione, cominciata attraverso un progetto del COE e continuata – conclude – lungo le strade del giornalismo e della scrittura».
L’ingresso alla serata è libero