COSTA MASNAGA – Insistere. Forse sarebbe sbagliato racchiudere l’essenza di una lettera profonda e articolata come quella che Carlo Giuseppe Gabardini, attore – nonostante lui rifugga questo termine nel suo senso più canonico – e autore, questo sì, ha voluto scrivere al proprio padre, a distanza di quasi sedici anni dalla sua scomparsa. Tanti dubbi e tante incertezze, perché anche di questo è intrisa la vita di ognuno di noi. La vita, in questo caso, di Gabardini, che nella serata di lunedì 27 aprile, all’interno della calda e familiare cornice della biblioteca di Costa Masnaga, ha presentato la sua prima opera letteraria: Se fossi in te io insisterei. Una serata colma di parole sofferte, di silenzi doverosi ma anche di risate sincere e liberatorie, organizzata da PeregoLibri in collaborazione con Il Flâneur e Mondadori e divenuta una sorta di percorso a tappe.
Con questo libro e con l’appassionante dibattito con le persone presenti, Gabardini ha fatto valere il suo talento di autore e oratore incisivo e privo di retorica, ci ha aperto al suo vissuto e alla sua infanzia, a una vita familiare solida, unita e, soprattutto, giusta. «Se da quelle migliaia di pagine si fosse costretti a riassumere la tua figura in una parola, questa credo che sarebbe “giusto”. Tu – scrive l’autore al padre – eri giusto». Un aggettivo volto ad abbracciare la figura di un padre da cui egli solo ora cerca di affrancarsi mentalmente. Per poter crescere. Per poter diventare maggiorenne, dopo anni di convivenza (e dipendenza), di giudizio.
La lettera a cui Gabardini ricorre, rivolgendosi al genitore, si articola attraverso il ruolo fondamentale della madre, ago della bilancia sotto il tetto familiare, quello dei fratelli e delle sorelle, da cui è inglobato anche semplicemente per una questione anagrafica, e le scelte di una vita, che riguardino il teatro o l’aula di un tribunale, un bicchiere d’acqua naturale o frizzante.
Una serata, quella di lunedì, che ha saputo diventare un’appassionante ed enigmatica riflessione sul nostro vissuto, sulle nostre scelte, oltrepassando il concetto di etichetta e di becera omofobia, di gay e di etero, di amore soggettivo. Grazie all’incontro e all’approfondimento di un libro equilibrato e appassionato, qualitativamente valido nel saper fondere dramma e ironia, lacrime e risate, odio e amore, una semplice presentazione letteraria è diventata un piacevole e interessante scambio di esperienze vissute, che dalla figura centrale dell’autore si è poi velatamente aperta al privato degli uomini e delle donne in sala.
Perché in qualsiasi momento della propria vita ci si può convincere a insistere. Ne vale la pena? Ci domandiamo ogni giorno. Sì, ci rispondiamo, fossi in te io insisterei.
Davide Sica