“la più bella delle avventure”: la mostra e il libro su padre Augusto Gianola in viaggio verso Rimini

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gianola1Uomo di fede, certo. Ma anche uomo avventuroso, sempre pronto a partire per andare alla ricerca di sé e degli altri. Un uomo nato a Lecco, nel rione di Laorca, e sensibile al richiamo di Dio, della missione in terre lontane, del lavoro e dell’impegno per costruire un grande progetto umanitario. Le immagini e le parole di padre Augusto Gianola scorrono sulle pagine del volume e della mostra da titolo la più bella delle avventure: un percorso alla scoperta della vita del missionario lecchese del Pime scomparso ventisei anni fa, allestito oggi a Rimini, in occasione del Meeting.

gianola pannelliUn progetto editoriale realizzato dalla Teka Edizioni di Lecco, curato dal giornalista Gerolamo Fazzini e confluito in una mostra che proprio in questi giorni è visitabile nella città romagnola: fotografie e parole, dicevamo, che dal 19 al 25 agosto ripercorreranno ancora una volta la vicenda di un prete definito fuori dalle righe. A partire dalla vocazione all’età di quindici anni, il volume edito da Teka è una pellicola che scorre, un omaggio a un inesauribile esploratore, uomo vicino ai più poveri e mai completamente appagato, in costante ricerca spirituale.

La missione in Amazzonia e la conoscenza dei cablocos, la creazione delle prime colonie agricole, la costruzione della scuola annessa, le contraddizioni di un mondo le cui regole non sempre coincidono con le nostre. E poi i dubbi, il bisogno di isolarsi, di raccogliersi in preghiera, di ridare nuova forza alla sua vocazione o di partire, magari per percorrere 1.400 chilometri di Rio delle Amazzoni in canoa: è la pellicola che scorre, sono le immagini e i testi che rivelano, innanzitutto, un uomo, con la sua forza e debolezza, con la determinazione e le incertezze, fino al momento in cui, all’età di sessant’anni, il prete che ha fatto la rivoluzione non con Marx in mano, ma con il Vangelo ha salutato questo mondo. Un libro e una mostra che sono omaggio alla sua figura, certo, ma soprattutto al suo messaggio di umanità.

 

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