BARZIO – Dall’avanzata dei populismi e dei sovranismi alla libertà di stampa a rischio in molti paesi; dalla guerra in Siria narrata da una scrittrice che l’ha conosciuta da vicino ai sentori di un nuovo antisemitismo. Tutti temi e fenomeni epocali che si intrecciano intorno al Mediterraneo, che raccontano una quotidianità complessa, da analizzare, da comprendere. Giornalisti, attivisti e testimoni in arrivo da paesi quali la Libia, la Turchia, l’Iraq e la Siria si danno appuntamento a Barzio per offrire il loro contributo a una due giorni di studio intorno al Mare Nostrum. Si tratta della terza edizione di Agorà del Mediterraneo, l’iniziativa promossa dall’Associazione Centro Orientamento Educativo sotto la direzione scientifica della giornalista Chiara Zappa e di cui Il Flâneur è media partner. Due giornate dedicate, come sempre, al Mediterraneo, in programma per sabato 29 e domenica 30 giugno 2019 nella sede del Coe di Barzio e pensate per offrire ai partecipanti una valida occasione di riflessione tra cultura e geopolitica, attualità e religione, testimonianze e dibattiti, musica e cibi.
Numerosi, come anticipato, gli ospiti di questa imminente edizione, dalla giornalista bosniaca Azra Nuhefendić alla giornalista e scrittrice italo-siriana Susan Dabbous, dal regista afghano Amin Wahidi al giornalista libico Farid Adly. E ancora l’arcivescovo di Baghdad monsignor Jean Sleiman, il musicista libanese Ghazi Makhoul e la giornalista turca Fazila Mat, tutti parte di un programma che si preannuncia ricco e di alto profilo.
L’ANTEPRIMA – A inaugurare l’Agorà sarà l’anteprima di venerdì 28 alle 21, quando è fissata la proiezione del film Une saison en France del pluripremiato regista ciadiano Mahamat-Saleh Haroun, introdotta da Manuela Pursumal del Mi-World Young Film Festival. Al centro della pellicola, nello specifico, la storia di un uomo il cui progetto di una vita migliore si scontra con la politica delle frontiere chiuse: insegnante di francese, Abbas ha lasciato il suo villaggio nell’Africa Centrale per ricostruirsi una vita in Francia. Mentre aspetta di ottenere lo stato di rifugiato, organizza la sua vita: manda a scuola i figli e lavora al mercato, dove incontra Carole, di cui si innamora. Ma la quotidianità resta sempre appesa a un filo: cosa succederebbe se la richiesta non fosse accettata?
IL PROGRAMMA DELLA DUE GIORNI – Ad aprire ufficialmente la due giorni sarà, nella mattinata di sabato, il tema del complesso equilibrio tra difesa delle identità locali e spinte nazionaliste. In programma, infatti, la relazione dell’europarlamentare Brando Benifei, che a Barzio spazierà dalla questione catalana al modello identitario “per esclusione” dell’Ungheria. A seguire si parlerà del caso balcanico con la giornalista bosniaca Azra Nuhefendić, ospite per parlare de L’islam dei Balcani, un’occasione mancata?, e de L’ombra di un nuovo antisemitismo con Davide Romano, della sinagoga Beth Shlomo di Milano.
Nel pomeriggio spazio ai tre panel tematici: Simone Nuglio di Legambiente parlerà con lo scrittore Dino Ticli della minaccia delle microplastiche nel nostro mare; la giornalista e scrittrice Susan Dabbous dialogherà con il direttore del Flâneur Valentina Sala sul suo libro La ragazza di Homs; il regista afghano Amin Wahidi, intervistato da Romina Vinci, racconterà la storia del suo popolo perseguitato, quello degli hazara.
A seguire, dalle 17.30, tavola rotonda aperta a tutti sul tema Imbavagliati. La libertà d’informazione sotto attacco: a confrontarsi sulla sfida di tutelare la libertà di stampa quale elemento irrinunciabile per una democrazia compiuta saranno il giornalista libico Farid Adly, Susan Dabbous, l’editorialista del Corriere della Sera Antonio Ferrari e la giornalista turca Fazila Mat. «È sotto gli occhi di tutti – commenta Chiara Zappa – quanto il diritto a informare e ad essere informati, nell’area mediterranea, stia subendo dei colpi sempre più duri, sulla scia dei conflitti, delle rivoluzioni represse, del consolidamento di regimi autoritari. Raccontare i fatti senza condizionamenti è oggi rischioso anche alle nostre latitudini, come dimostrano i casi di reporter che hanno pagato con la vita la ricerca della verità e le vicende di giornalisti intimiditi dalla criminalità organizzata o dalla galassia neonazista».
La prima giornata si chiuderà tra sapori e sonorità mediterranee: in programma, infatti, la cena curata dall’esperta di cucina e cultura araba Joan Rundo e il concerto del musicista libanese Ghazi Makhoul, cantante e virtuoso dell’oud, strumento tradizionale mediorientale noto come “liuto arabo”.
Venendo a domenica, ad aprire i lavori sarà l’arcivescovo di Baghdad monsignor Jean Sleiman, ospite alle 9 per raccontare la complessa rinascita dei villaggi cristiani in Iraq dopo l’Isis. A inquadrare il suo intervento saranno il ricercatore Andrea Plebani e monsignor Luca Bressan, vicario episcopale per la Cultura, la carità, la missione e l’azione sociale dell’Arcidiocesi di Milano. Poi, dalle 14, una riflessione su migrazioni e accoglienza a partire dalle storie di semplici cittadini che hanno deciso di aprire le porte delle loro case. Tra le testimonianze in programma, in particolare, quella di Nicoletta Ferrara, che nel libro A casa nostra. I nuovi ragazzi della famiglia Calò (Emi) racconta l’esperienza della sua famiglia. E poi – coordinati da Chiara Vassena – Matteo Bassoli, che parlerà del progetto di co-housing tra giovani italiani e stranieri promosso da Refugees Welcome Italia, e Marta Casalone, dell’associazione lecchese Lezioni al campo.
INFORMAZIONI – Per partecipare è richiesto un contributo di 100 euro comprensivo di vitto e alloggio per ogni partecipante. I singoli moduli sono fruibili con il contributo di 20 euro comprensivo di pasto. La tavola rotonda è gratuita. Informazioni e iscrizioni: Prashanth Cattaneo, Coordinamento Agorà del Mediterraneo Tel. 02 6696258 // mail. p.cattaneo@coeweb.org.
Di seguito il programma: