Prosegue il nostro viaggio alla scoperta della gastronomia del territorio in compagnia della cuoca a domicilio Giulia Barranco (www.cooked4u.it), che questo mese ci parla di un’erba spontanea – la silene – e ci dà preziosi consigli su come utilizzarla in cucina.
A cura di Giulia Barranco (Cooked4U)
L’ALIMENTO DI APRILE: LA SILENE
L’approfondimento di aprile vorrei dedicarlo a un’erba spontanea che cresce abbondantemente nelle nostre zone: la silene. In realtà, questa erba nelle nostre zone è più conosciuta con il suo nome dialettale: cornìt, cornascìt, erba cucca. In generale, in Italia assume molti nomi comuni, come strigoli, carletti, erba del cucco, sonaglini, bubbolini.
QUALCHE DATO TECNICO
La loro principale particolarità, infatti, consiste nell’avere un calice fiorale rigonfio come un palloncino che, se premuto con forza sulla mano, “scoppia”. Le foglie e i germogli invece, se sfregati fra le dita, emettono un caratteristico stridolio: da qui l’appellativo di “Stridolo” o “Strigolo”.
Il suo nome botanico completo è Silene vulgaris. L’etimologia del nome non è ancora del tutto definita. C’è infatti chi sostiene che discenda da Silenòs, un semidio della mitologia greca, padre dei Satiri, mezzo uomo e mezzo cavallo, dotato di un caratteristico ventre rigonfio. Altri invece pensano che derivi da Selene, ossia la luna, per la caratteristica di alcune specie di questo genere di aprire i fiori di notte.
Il genere Silene è molto vasto: comprende oltre 300 specie; per lo più erbacee, annue, bienni o perenni. Di queste, nella flora italiana, se ne contano almeno una sessantina spontanee. Le varie specie nel mondo sono diffuse un po’ dovunque: Europa, Asia, parte dell’Africa e molte sono naturalizzate nell’America settentrionale.
Si tratta comunque di una pianta erbacea che arriva all’altezza di circa 50 centimetri. La sua diffusione comprende tutto il territorio nazionale, da nord a sud. Prati in pendenza, margine di strade, scarpate di vigneti.
Questa pianta non ama il ristagno d’acqua, per questa ragione la troverete sempre in terreni con pendenze più o meno pronunciate. Al margine di una strada o di un terreno agricolo, o in prati più o meno soleggiati. Però, tanto più è umido il terreno, tanto più le cimette saranno turgide e delicate per sapore.
Della Silene si raccolgono le cime prima della fioritura (che avviene in aprile), perché successivamente le foglie diventano amarognole e un po’ più coriacee. Sono molteplici i suoi utilizzi in cucina e il suo sapore ricorda i piselli. Cruda, la si può mangiare in insalata, mescolata con altre erbe, spontanee e non. Più frequentemente però viene utilizzata previa cottura. Normalmente la si sbollenta e la si usa per minestre, torte salate, ma soprattutto come ingrediente principale per un ottimo risotto o come compagna ideale per le uova, in frittata oppure strapazzate. Nulla vieta comunque di usarla anche per condimento della pasta o come farcitura di paste ripiene.
Vitamina C, carboidrati, sali minerali e mucillagini (polimero prodotto da piante che le aiuta a trattenere l’acqua) costituiscono il principale apporto nutrizionale del Silene. In particolare, la sua composizione è la seguente:
- Acqua 88%
- Lipidi 0,6 – 0,8%
- Fibra 3,1 – 3,5%
- Carboidrati disponibili 3,9%
- Proteine 3,6%
Tra gli acidi grassi segnaliamo la presenza dell’acido oleico, linoleico, erucico, palmitico e stearico. Per quanto riguarda le proprietà medicinali, l’unica informazione nota è che gli estratti di questa pianta risultano essere estremamente emollienti. Per questo motivo, la specie Silene vulgaris è molto usata per la produzione di determinati saponi per la pelle. Soprattutto in passato, i preparati a base di silene venivano usati per curare le oftalmie (affezioni degli occhi).
Come detto prima, in cucina ha svariati utilizzi. Personalmente mi piace tantissimo abbinato a un semplice risotto; pertanto vi propongo la ricetta.
LA RICETTA DEL MESE – IL RISOTTO ALLA SILENE
Ingredienti per 4 persone
320 gr di riso
1 mazzetto di silene
1 Scalogno o mezza cipolla bionda
Olio evo
Brodo vegetale (sedano, carota, cipolla, una patata piccola, qualche gambo di prezzemolo, sale grosso)
Vino bianco
Sale, pepe
1 noce di burro
Grana o parmigiano
DIFFICOLTÀ – Facile
TEMPO DI PREPARAZIONE – 30 minuti
PROCEDIMENTO – Lavare, pulire e far asciugare la silene tenendo solo le cimette più tenere. Rosolare brevemente la cipolla o lo scalogno. Aggiungere il silene; saltarlo velocemente salando e pepando. Procedere aggiungendo il riso e tostarlo bene. Sfumare con il vino bianco e proseguire la cottura aggiungendo il brodo poco per volta. Al termine della cottura aggiustare eventualmente di sale. Finire la cottura, spegnere il fuoco e mantecare con una noce di burro e poco parmigiano per non coprire il sapore della silene. Farlo riposare 5 minuti e servirlo sui singoli piatti.
Giulia Barranco