LECCO – Era il 1984 e Lecco si preparava a un periodo di particolare fermento artistico e culturale. Il consumismo, dopo tanta contestazione, tornava a imporsi con prepotenza: gli yuppies, l’individualismo, il successo personale prendevano il posto della lotta sociale. Da lì a poco la perestrojka avrebbe dato il via al cammino verso il crollo del Muro, verso l’effetto domino sul blocco comunista. Un mondo in trasformazione, continui stimoli per anime creative.
E nella Lecco degli anni Ottanta le anime creative c’erano: una generazione di trentenni – tra cui Enrico Avagnina, Federico Bario, Marzia Galbusera, Fabrizio Martinelli, Lorena Olivieri, Vito Pagone, Maurizio Romanò, Luisa Rota Sperti, Massimo Valenti e Piero Vannucci – cresciuti con il Sessantotto, pronti a raccoglierne l’eredità, a sperimentare, a protestare, a strapparsi uno spazio d’azione in una città che, almeno a livello amministrativo, non sembrava volerne dare. Erano giovani artisti, a tratti provocatori, riuniti in un collettivo dal nome Pittura Uno. «Uno che non è primo – precisa Angelo Borghi nella prefazione del catalogo della mostra Pittura Uno 1984 – 2015 – ma uno nella condivisa sensibilità di richiamare i cittadini alla cultura e alla sperimentazione, arte di strada che non ha gallerie di riferimento né sponsor; arte tutta di giovani emozionata dalle tensioni degli anni Settanta che anche Lecco aveva provato».
Oggi, a distanza di trent’anni, quel collettivo torna a raccontarsi e lo fa con lo strumento che meglio gli si addice: una mostra, allestita negli spazi della Torre Viscontea e visitabile dal 15 di febbraio al 29 di marzo 2015. Un’esposizione fatta, certamente, di opere d’arte, ma anche di documenti e di manifesti, per ricordare a chi c’era e spiegare ai più giovani la storia di «un gruppo storico di artisti lecchesi – spiega l’assessore alla Cultura Michele Tavola – forse l’unico movimento che sia stato espresso dalla città di Lecco nel campo delle arti visive. Un gruppo – continua – che ha saputo animare la vita culturale cittadina negli anni Ottanta, partendo dal minimo comune denominatore della pittura per sconfinare in molteplici forme espressive: mostre, convegni, pubblicazioni, concerti e spettacoli che hanno fatto discutere e suscitato polemiche».
Polemiche nei confronti di un gruppo da molti criticato, da taluni additato come demoniaco: «al cinismo – prosegue Borghi – al suicidio, alla droga e al satanismo, otto, dieci, venti propongono d’improvviso eventi dissacranti ma nel nome sacro dell’arte di tutti, per tutti e ovunque. Certo si fa quanto si può. Gli spazi pubblici sono di tutti e dunque via ai manifesti di protesta e incitamento, alle installazioni nel Vallo delle mura, all’arte come e con poesia, all’arte con pittura, con lettura, con recitazione, con musica, ogni creatività s’irradia in tanti mezzi».
Rifugio tra gli spazi negati dall’amministrazione solo la sala mostre della Biblioteca civica Pozzoli, dove «ogni anno – racconta Borghi – il collettivo si mette alla prova, sfida il Comune, finché la Giunta Municipale – conclude – chiude questa libertà».
Una storia, verrebbe da dire, tutta da riscoprire.
INFORMAZIONI TECNICHE
Dal 15 febbraio al 29 marzo 2015, Torre Viscontea – Lecco. Inaugurazione sabato 14 febbraio, alle 18.
Orari: mercoledì dalle 9 alle 13, da giovedì a domenica dalle 15.30 alle 18.30, lunedì e martedì chiuso
Ingresso libero