PARCO MONTE BARRO – Fotografie che nascono dopo lunghe esposizioni e attraverso la tecnica del foro stenopeico, che riproduce un’immagine alterata della natura fotografata, con una scarsa nitidezza dei contorni e un basso contrasto. Sono i lavori del fotografo Daniele Re: una continua ricerca iconografica sul paesaggio lecchese in cui lo sguardo non si perde tra le vedute montane e i grandangoli del Lario e dell’Adda, bensì si concentra sui loro dettagli. Diploma all’Istituto Italiano di Fotografia di Milano e laurea sotto la guida di Elio Grazioli, dopo una decina di anni di indagine sul tema Daniele Re chiude ora il cerchio, tirando le somme su questo nuovo modo di intendere l’iconografia del nostro territorio.
Curata dall’associazione Lumis Arte con il patrocinio del parco del Monte Barro e la collaborazione del Circolo Figini di Maggianico e in programma dal 16 aprile al 15 maggio 2022, la mostra “Stratificazioni. Fotografie per un’iconografia (im)possibile” raccoglie nella sede del Parco del Monte Barro vecchi e nuovi scatti del fotografo lecchese: un viaggio nella fotografia naturalistica «“sui generis” di Re, intrinsecamente distante – come spiegano gli organizzatori – dal modo di intendere la fotografia paesaggistica nel mondo odierno, legata all’immediatezza e alla velocità dei social media».
Un’esposizione che intende anche proporre collegamenti estetici e intellettuali tra diverse serie fotografiche dell’autore: scatti mai accostati ma accomunati dalla volontà di mostrare la complessità della natura che ci circonda, il suo essere, appunto, stratificata. E così le immagini dei riflessi, dei microcosmi e delle pozze dell’Adda al centro della mostra “Il Fiume Adda” – allestita nel 2018 nella Fototeca del Palazzo delle Paure di Lecco – dialogheranno, per l’occasione, con la serie delle “Sovrapposizioni”, protagonista del percorso allestito a inizio 2022 al Circolo Figini di Maggianico.
“Sovrapposizioni”, quindi: opere nate dall’unione di due immagini diverse dello stesso soggetto, ripreso dal medesimo punto, e da una pratica fotografica che unisce la ripresa analogica del foro stenopeico all’elaborazione digitale dei negativi ottenuti. Tecnica antica, la fotografia stenopeica viene realizzata senza l’obbiettivo e richiede tempi di esposizione lunghi, inquadrature fatte senza mirino. Risultato sono i colori alterati, la scarsa nitidezza dei contorni e dei dettagli, il basso contrasto.
INFORMAZIONI – Dal 16 aprile al 15 maggio 2022 – inaugurazione 16 aprile alle 16.30 | Sala Espositiva dell’Eremo di Monte Barro. Orari: sabato e domenica dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 17, con chiusura nel giorno di Pasqua e apertura straordinaria nel Lunedì dell’Angelo.