LECCO – Dieci scatti per denunciare il fenomeno delle “spose bambine” in Bangladesh. È Game Over, la mostra fotografica di Sara Munari che si terrà nella hall di Palazzo del Commercio (Palazzo Falck), in piazza Garibaldi a Lecco, dal 3 al 13 marzo 2015. Sostenuta dal Gruppo Terziario Donna di Confcommercio Lecco, dal Coe e dalla Galleria Melesi, l’iniziativa si pone l’obbiettivo di finanziare il progetto del Coe che intende offrire gratuitamente formazione e accoglienza alle ragazzine del Bangladesh, nel tentativo di sottrarle per più tempo possibile ai matrimoni precoci. Le fotografie si potranno infatti acquistare con una donazione a partire dai 60 euro.
Dieci, come detto, gli scatti della fotografa lecchese che saranno esposti. Si tratta di fotografie realizzate nel 2014 durante un viaggio effettuato con lo scopo di documentare i progetti del Coe in 11 villaggi del Bangladesh, da cui è poi scaturito il reportage sull’acqua Jol. Partita quindi con altri progetti, Sara Munari è però rimasta colpita fin da subito dall’elevato numero di ragazzine giovanissime con bambini in braccio. Da lì la scoperta del triste fenomeno delle “spose bambine” e la decisione di approfondire la tematica e di parlare con loro, fino all’idea di realizzare un vero e proprio reportage con più di cinquanta ritratti fotografici, di cui dieci esposti nella mostra Game Over.
«In Bangladesh – spiega infatti Sara Munari – molte bambine si sposano in età compresa tra i 12 e i 15 anni, talvolta addirittura più piccole, con conseguenze negative per la loro salute e il loro sviluppo psico-fisico. La precocità del matrimonio causa l’abbandono scolastico e gravidanze premature che, in alcuni casi, provocano la morte della madre o del bambino. I mariti – prosegue – sono spesso più anziani di 30 o 40 anni e non mancano casi di violenze e soprusi. Le bambine, frequentemente ripudiate o rimaste vedove, restando sole, senza lavoro e senza una casa, costrette a vivere con la famiglia del marito, della quale diventano schiave. I miei ritratti – conclude quindi la fotografa – riguardano la loro adolescenza e molti dei soggetti sono vedove o ripudiate. La mia scelta è stata quella di non soffermarmi a parlare di quanto tutto ciò mi abbia toccato: per la prima volta desidero far vedere bene negli occhi le ragazze delle mie foto».
Un’occasione, la mostra, per riflettere sulla condizione della donna in paesi come il Bangladesh, dove avere una figlia femmina è ancora considerata una vera e propria sfortuna, data la necessità di una dote per farla sposare. Una dote, questa, inferiore minore è l’età delle spose, motivo per cui alcune famiglie preferiscono concludere contratti matrimoniali quando le figlie sono ancora giovanissime. Ai polsi delle spose bambine, poi, un simbolo sempre presente: i tipici braccialetti, diventati protagonisti dell’iniziativa promossa dagli organizzatori dell’esposizione e dal titolo Indossiamoli noi per non farli indossare a loro. Gli autentici braccialetti etnici di conchiglia indossati dalle donne del Bangladesh verranno infatti messi in vendita presso la Galleria Melesi di Lecco. I gioielli saranno venduti in coppia con il contributo di 25 euro e serviranno a finanziare il progetto del Coe.
Tornando alla mostra, l’inaugurazione si terrà giovedì 5 marzo alle 18.30 e vedrà intervenire Annamaria Corti, presidente di Terziario Donna Lecco, Rosa Scandella, presidente del Coe, Pietro Mariani, responsabile progetti Coe Bangladesh e naturalmente Sara Munari. Madrina della manifestazione sarà, infine, la nota giornalista Maria Latella, attualmente conduttrice di Sky TG 24, che alle 17.30 presenterà il suo ultimo libro Il potere delle donne, presso la Sala Capriate di Confcommercio.
La mostra sarà visitabile fino al 13 marzo negli orari di apertura di Confcommercio.