LECCO – Mario Morelli e Nicolò Tomaini in mostra a Lecco. Si intitola Una “debole” figurazione l’esposizione inaugurata sabato 24 ottobre alla Galleria Bertoletti di via Aspromonte e in programma sino a domenica 15 novembre. Protagonisti due artisti di generazioni diverse che pur utilizzando mezzi espressivi differenti sono accomunati dall’utilizzo di elementi iconografici contemporanei, oltre a essere entrambi firmatari della Teorizzazione del Movimento Debole. Proprio il Movimento Debole può essere considerato il tema principale dell’esposizione (curata da Michele Capasso e Roberta Rosini), in quanto entrambi i pittori si ispirano alla filosofia post modernista della caduta delle Verità Forti, soprattutto a seguito dell’avvento di sistemi di comunicazione nuovi e veloci.
Nello specifico, Morelli utilizza una pittura materica e la tecnica dei pastelli a olio per ritrarre figure umane, spesso famosi volti della cultura di massa, con una tecnica quasi fotografica. «L’artista – spiega il curatore Michele Capasso – conferisce ai suoi dipinti un’anima e nelle sue opere, attraverso un iper realismo nella resa delle rughe dell’epidermide e uno sguardo straniante, ci trasmette la dimensione angosciosa di chi vive il nostro tempo e il sentirsene alienati. Tutto questo – prosegue – è attenuato dalla presenza di elementi disturbatori che possono essere le emotion, oppure i tatuaggi che ci trasmettono i valori estetici e culturali contemporanei».
Il giovane artista lecchese Nicolò Tomaini ha già esposto, invece, in diverse gallerie in Italia, Spagna e Stati Uniti ed è influenzato dalla Scuola Romana di Piazza del Popolo e dal suo principale esponente, Mario Schifano. Molto importante per la sua formazione il rapporto con l’artista Lucio Bulgarelli, che «ne ha fatto crescere – spiega Capasso – la riflessione e introspezione fino al raggiungimento di una piena maturità artistica». Tomaini nelle sue opere rielabora elementi iconografici contemporanei come gli uccellini di Twitter o le F di Facebook, reinserendo le stesse icone all’interno di bandiere e manifesti dei regimi politici che nel Novecento sono stati portatori di Verità Forti. «Il Tomaini – riprende Capasso – nei simboli dei nuovi mezzi di comunicazione vuole farci riflettere sulla spersonalizzazione della società e la perdita d’identità dell’individuo e dei valori sociali e di rapporti interpersonali profondamente limitati e spesso strumentalizzati». Inserito nel libro dei 50 artisti emergenti più importanti del mondo, Nicolò Tomaini ha ricevuto vari riconoscimenti ed è stato anche intervistato da importanti giornali d’arte come Exibart e dal Corriere della Sera.
La mostra è visitabile sino al 15 novembre dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19.