LECCO – È il più veneziano tra gli artisti del Rinascimento: nato e cresciuto nella città lagunare, è con lei che ha un legame indissolubile, tanto che è proprio lei, a 500 anni dalla nascita del pittore manierista, a rendergli omaggio con due mostre in sedi prestigiose come Palazzo Ducale (Tintoretto 1519-1594) e le Gallerie dell’Accademia di Venezia (Il giovane Tintoretto). Stiamo parlando di Jacopo Robusti detto il Tintoretto, artista a cui anche il Centro culturale Alessandro Manzoni di Lecco dedica una serata: una conferenza fissata per giovedì 22 novembre alle 21 (a Palazzo Falck) e che vedrà intervenire il professor Marco Bona Castellotti, già ordinario di Storia dell’arte all’Università Cattolica di Milano e Brescia, autore di numerosi volumi e pubblicazioni e studioso dell’arte del Cinquecento.
Un nuovo intervento, quindi, per Bona Castellotti, in passato già ospite dell’associazione lecchese e questa volta impegnato a parlare de Le miracolose cose di Tintoretto, artista che a detta del professore è stato vero “manifestatore delle cose miracolose” di una stagione spesso sottovalutata. «Il denominatore che accomuna sia i (suoi) dipinti sacri che quelli mitologici – ha scritto recentemente Bona Castellotti – è un impetuoso coraggio portato sull’orlo della sfrontatezza, impastato di bagliori visionari, di tagli prospettici arditissimi, di scorci ‘maravigliosi’, acceso da uno slancio che sconfina nel sentimentale». Un Tintoretto che, questo pare l’intento della conferenza, deve essere riscoperto.
L’ingresso alla serata è libero.