ARCHIVIO – La deportazione nelle opere di Marian Kolodziej
Con il Consorzio Villa Greppi apre la mostra itinerante “The Labyrinths”

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Marian Kolodziej - Il giudizio universale

Marian Kolodziej – Il giudizio universale

MONTICELLO BRIANZA – Persone ridotte a numero, volti disperati e attoniti, corpi affamati, il tutto in grandi riproduzioni su stoffa dei disegni di chi quegli orrori li ha visti con i propri occhi. Con l’avvicinarsi del Giorno della Memoria il Consorzio Brianteo Villa Greppi dà il via a una nuova edizione de I percorsi nella memoria, calendario di concerti, spettacoli, proiezioni e approfondimenti pensato per tenere vivo il ricordo delle deportazioni naziste, e lo fa con una mostra itinerante dal titolo The Labyrinths.

Marian Kolodziej - Lettere a casa

Marian Kolodziej – Lettere a casa

Un’esposizione che dal 21 gennaio (inaugurazione fissata per sabato 21 gennaio alle 16, presso il Granaio di Villa Greppi, a Monticello Brianza) al 5 febbraio raccoglie in sei diverse sedi (il Granaio di Villa Greppi a Monticello Brianza, il Palazzo comunale di Viganò, la sala Sandro Pertini di Bulciago, la Biblioteca Civica Peppino Pessi di Besana in Brianza, il Municipio di Correzzana e la Chiesa Vecchia di via della Chiesa a Verano Brianza) le riproduzioni su stoffa delle opere di uno dei primi deportati trasportati ad Auschwitz, Marian Kolodziej, che a distanza di cinquant’anni da quella terribile esperienza ha ripercorso, realizzando oltre 300 disegni, episodi così a lungo rimasti nascosti nella sua coscienza.

Marian Kolodziej - Pesare la giustizia

Marian Kolodziej – Pesare la giustizia

Una mostra, quella allestita nelle sei sedi brianzole e curata da Puccy Paleari, che renderà visibile una parte di quelle opere che oggi sono ospitate nel sotterraneo della chiesa dei Cappuccini di Harmeze, non lontano dal lager di Birkenau: un luogo dove hanno trovato spazio disegni di grandi dimensioni, ritratti, bozzetti, rielaborazioni simboliche dei ricordi di Marian Kolodziej.

Nato a Raszkow, in Polonia, Kolodziej ha dovuto partecipare in prima persona alla costruzione del lager di Auschwitz e ha subito, in cinque anni di reclusione, continui trasferimenti in diversi campi. Scampato allo sterminio, per mezzo secolo «ha accantonato – spiegano dal Consorzio – in un angolo della memoria quelle immagini, quei momenti, per poi vederli riaffiorare solo nel 1993, quando colpito da una paralisi inizia un percorso di riabilitazione fisica e si trova a imprimere su carta situazioni prima rimosse».

INFORMAZIONI – Per conoscere tutti gli orari di apertura delle sei sedi coinvolte nella mostra cliccare qui.

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