LECCO – Una mostra che dal 7 al 21 maggio espone una ventina dei manifesti più celebri del maestro della grafica Armando Milani e la presentazione, sabato 4 maggio alle 18,30, del suo libro Incontri, edito da Lazy Dog. Un doppio appuntamento in programma allo store “Le Cose” di Pescarenico e con protagonista, come detto, una delle figure più rilevanti del settore della grafica nel nostro Paese.
Classe 1940, dopo gli studi alla Scuola Umanitaria di Milano sotto la guida di Albe Steiner e le prime prestigiose collaborazioni, nel 1970 Armando Milani apre il proprio studio nella sua città e nel 1976 si trasferisce a New York, dove lavora con Massimo Vignelli. Numerose le realtà per le quali ha disegnato nel corso della sua lunga carriera, da IBM a Olivetti America, dall’Istituto Italiano di Cultura di New York alle Nazioni Unite.
Un percorso professionale e umano costellato da incontri, questi al centro proprio del libro di cui Milani parlerà sabato 4 maggio, in dialogo con il visual designer Francesco Dondina e l’art director di Lazy Dog Francesco Ceccarelli. Un volume che, come anticipano gli organizzatori, «pagina dopo pagina snocciola dettagli e ricordi gustosissimi: le mollette di Vico Magistretti, le ciliegie per Jack Nicholson, il buon anno sulla spiaggia da Paul McCartney, i gol di Pelè, la stretta di mano di Muhammad Ali, i mercati di Alberto Sordi e i marinai ubriachi di Umberto Eco, e ancora Milani che balla con Mariangela Melato e sua moglie un valzer con Saul Steinberg».
In concomitanza con la presentazione, come detto, l’apertura della mostra curata da Paolo Vallara e dedicata in particolare ad alcuni lavori che Milani ha realizzato nell’ambito della comunicazione sociale: «Nel 2002 – spiega, infatti – ho disegnato per le Nazioni Unite un poster con la colomba che trasforma War in Peace che è stato utilizzato per celebrare il 60° anniversario della loro fondazione, ora diffuso in tutto il mondo. Il publisher francese Gallimard ha recentemente utilizzato questa immagine nel bellissimo libro Guerra e Pace. Da allora ho iniziato a progettare la raccolta di manifesti di denuncia e di speranza per una migliore qualità della vita dell’umanità. Le mie immagini rispecchiano la filosofia del “vivere insieme”, che è l’unico modo per sopravvivere nel momento difficile che stiamo vivendo. Dobbiamo essere ispirati dall’empatia, se alcune persone sono vittime, diventiamo tutti vittime. Dobbiamo farci sentire, l’atteggiamento peggiore è la passività e l’indifferenza. Nelle mie immagini sono molto sintetico, cerco prima di sedurre l’occhio per poi raggiungere immediatamente il cuore del lettore, inducendo – conclude – a una seria riflessione».