LECCO – «Raramente – afferma la fotografa Sara Munari, di ritorno da un recente viaggio in Bangladesh – ho visto tanta sporcizia scorrere nei fiumi. Quello che è essenziale, vitale, diventa impossibile da usufruire. Bambini e uomini la bevono, si fanno il bagno e ci mangiano. Credo che se la toccassi solamente rischierei di prendermi qualcosa». L’acqua. L’acqua da cui dipende la vita, ma anche l’acqua ricca di arsenico e causa di malattie. L’acqua che scorre e l’acqua che stagna. L’acqua inquinata, sporca, discarica a cielo aperto. L’acqua che eccede o che manca.
La mostra Jol, parola che in bangla significa proprio “acqua”, in 25 fotografie racconta di un Paese, il Bangladesh, che quotidianamente deve fare i conti con un problema drammatico: la mancanza o l’eccesso, a seconda delle condizioni metereologiche, di acqua, cui si aggiunge la sua frequente contaminazione. 25 fotografie selezionate dal Coe, promotore della mostra, ed esposte sino al 20 giugno all’interno della Galleria Melesi di via Mascari, tutte scattate dalla fotografa Sara Munari.
C’è un bambino che gioca in una grande pozza fangosa, c’è chi ci pesca, chi ci si lava, chi, infine, la beve. L’acqua, troppo inquinata e per natura carica di arsenico, in questo Paese diventa nemica: un bene primario che causa malattie. Eppure, per le popolazioni del Bangladesh, questa è la normalità: si può scattare una fotografia a una bambina mentre, sullo sfondo, un fiume-discarica scorre; si può attendere a lungo per avere un po’ d’acqua pulita da un pozzo; ci si può insaponare i capelli in una piccola pozza stagnante.
Sara Munari, fotografa milanese che vive a Lecco, ha viaggiato per questo Paese complesso, ne ha osservato i dettagli e li ha racconti in un ricco reportage fotografico, di cui la mostra ne raccoglie una selezione. Acqua ma anche donne, uomini, bambini, volti: la quotidianità che affascina e destabilizza. «Un mosaico a incastro perfetto tiene insieme – afferma, infatti, la fotografa – questo Paese che ancor più dell’India ha smosso i miei pensieri e ha smosso la mia rabbia». «Cammino e fotografo – appunta Sara durante il viaggio – presa dal senso di colpa di chi, poi, una risposta plausibile non ce l’ha».
La mostra lecchese, realizzata grazie al contributo di Lario Reti Holding Spa, è parte del progetto del COE Tutela dell’acqua e valorizzazione delle piante medicinali locali nei villaggi rurali della zona sud ovest del Bangladesh, un’iniziativa nata dalla necessità di tutelare i beni comuni, in particolare l’acqua potabile e le piante medicinali locali.
Fino al 20 giugno 2014, Galleria Melesi – Lecco
Orari: da martedì a sabato dalle 16.00 alle 19.00 e in altri orari su appuntamento.
Ingresso libero