LECCO – Le chiamano affinità elettive e certo nel caso della fotografia di Francesca Della Toffola e della poesia di Antonia Pozzi l’espressione si fa più che mai tangibile, evidente, davvero possibile. Due donne vissute in periodi e in luoghi diversi, con trascorsi di sicuro differenti, ma con una sensibilità straordinariamente, quasi incredibilmente, affine. Lì una poetessa milanese, cresciuta tra la prima guerra mondiale e la vigilia della seconda, raffinatamente colta e di buona famiglia ma dall’animo, come sappiamo, tormentato. Racconta del mondo che la circonda, Antonia, della natura, di suggestioni che, però, in realtà lasciano trasparire il suo mondo interiore, la sua persona. Qui, oggi, Francesca Della Toffola, fotografa veneta i cui scatti sono in mostra sino al 28 di febbraio presso la Galleria Melesi di Lecco. Fa lo stesso, la fotografa: c’è la natura, nelle sue immagini, ma c’è anche lei, il suo corpo, insieme visibile e quasi impercettibile. Anche qui c’è il mondo esterno e insieme il privato, c’è un corpo materiale e, insieme, l’anima.
E la mostra Come una cosa della terra, allestita negli spazi della Melesi e inaugurata nel pomeriggio di sabato 31 gennaio, come vi avevamo già accennato crea un dialogo tra le due forme d’arte, poesia e fotografia, tra le due donne. La Pozzi evoca le ninfee con la parola, la Della Toffola risponde con i suoi scatti. E poi la neve, tra le cui braccia la poetessa ha scelto di giacere in eterno, è lì, in un paio di opere della fotografa, ne copre il corpo, si confonde con l’abito bianco indossato. Suggestiva l’affinità, soprattutto se si pensa che circa la metà degli scatti esposti, tra cui anche quelli con la neve, sono stati realizzati dalla Della Toffola prima di conoscere la Pozzi.
«Ho iniziato a lavorare al corpus di opere in mostra – ci racconta la fotografa – nel 2010. Da tempo desideravo uscire all’aperto, ritrarre la natura, così ho dato il via a questo lavoro. Poi, nel 2013, l’amico Luigi Erba mi ha suggerito il nome di Antonia Pozzi. Non la conoscevo, quindi mi sono documentata: ho scoperto la sua sensibilità e i testi delle sue poesie. Ne sono rimasta stupita e insieme folgorata. È incredibile come mi sia rivista – aggiunge con emozione – nelle sue parole, ho ancora i brividi se ci penso. È da quel momento che ho deciso di proseguire il lavoro rendendo esplicitamente omaggio, nelle opere successive, a questa incredibile poetessa».
E così, nella ventina di fotografie esposte torna la natura della Pozzi, tornano le suggestioni, «emozioni e mondi interiori – spiega la critica d’arte Simona Bartolena – mediante un uso lirico ed efficacissimo dell’immagine. Antonia Pozzi dipinge con le parole, rende visibili mondi interiori usando la natura come alfabeto; Francesca Della Toffola dà vita a luoghi altri, narra storie, suggerisce stati d’animo attraverso scatti che mettono in dialogo finzione e verità; immagini avvolgenti, sospese tra sogno e realtà, fisicamente presenti eppure meravigliosamente intangibili: piccoli mondi privati che si aprono al prossimo, ritraendo l’anima stessa dell’artista, che si concede all’obiettivo con pudore, ma senza maschere, artifici o, tantomeno, false ingenuità».
Fino al 28 di febbraio, presso la Galleria Melesi di via Mascari 54, Lecco
Orario: da martedì a sabato dalle 16 alle 19, in alternativa su appuntamento.
Ingresso libero
Qui l’articolo di presentazione della mostra
Eventi collaterali: per approfondire il tema della mostra, il Comune di Pasturo promuove un pomeriggio tra conferenza e visita guidata ai luoghi della poetessa milanese. L’appuntamento è per domenica 15 febbraio (a partire dalle 14.15), presso la sala consiliare di Pasturo, dove la critica e storica dell’arte Simona Bartolena illustrerà le affinità tra Francesca della Toffola e Antonia Pozzi. Dopo un intervento di Nicoletta Orlandi incentrato sulla vita e sulla poetica della Pozzi, il pomeriggio proseguirà con la visita guidata ai luoghi che la poetessa ha più amato. L’evento è gratuito.