LECCO – Canoista lecchese, classe 1990, Nicola Ripamonti è agonisticamente nato in Canottieri e attualmente gareggia per le Fiamme Gialle. Al suo attivo vanta 11 titoli italiani assoluti, 10 titoli italiani under 23, 1 titolo europeo under 23 e una vittoria ai Giochi del Mediterraneo, mentre si sta ora preparando per i mondiali di canoa che si svolgeranno all’idroscalo a Milano nel mese di agosto, dove cercherà la qualificazione per le Olimpiadi del 2016 di Rio.
Ricordi di un campione
di Nicola Ripamonti, socio dal 1998
Ciao a tutti, mi chiamo Nicola Ripamonti, ho 25 anni e ho iniziato a frequentare la Canottieri nel 1998, ricordo il periodo con precisione perché in quei giorni Giovanni Lozza si ruppe il polso.
Voglio raccontarvi della prima volta su una barca, che, contrariamente a quanto potreste immaginare, non fu una canoa. Il mio primo sport a remi fu, infatti, il canottaggio. Quella volta eravamo in due a cominciare, io il primo a uscire, per questo Gio mi chiese di aspettarlo fino a quando non avesse messo in barca l’altro ragazzo. Io lo feci, lo aspettai, mi misi fermo dove, ancora oggi, c’è un trampolino. Passarono pochi minuti, ma a me sembrarono un’eternità, anche perché al tempo ero terrorizzato che il mustru del Lario mi potesse attaccare e così, un po’ impaurito, tornai indietro.
Gio, ovviamente, mi rimandò fuori, mentre remavo continuavo a ripetergli che avevo timore di ribaltarmi e di finire preda del mostro, ma lui mi rassicurava dicendomi che mi sarei anche potuto mettere a ballare e il canoino non si sarebbe ribaltato e che comunque non dovevo preoccuparmi del Lariosauro, perché era noto che vivesse nei pressi di Mandello. La mia fobia, però, non era solo quella di cadere: persino mettere le mani in acqua per me costituiva un vero rischio! Anche questa paura venne meno quando Gio mi dimostrò, lanciando la pala dalla canoa e andandola a riprendere “pagaiando” con le mani, che non dovevo spaventarmi.
Dopo qualche tempo arrivò, per fare canoa, un ragazzo di nome Matteo Sala e con lui legai molto, tanto che Gio mi consigliò di cambiare disciplina, essendo io l’unico canottiere. Cominciò così la mia vita da canoista.
La prima volta col nuovo sport non fu traumatica come mi aspettavo, bensì lo fu la prima volta con una barca da competizione, ben più instabile e difficile da usare, che costituì per me un vero ostacolo, tanto che in quell’occasione mi esibii in una plateale caduta. Subito dopo essermi staccato dal pontile, preso dall’entusiasmo iniziale, cominciai a urlare «Sala, guarda come vado!», ma alle mie grida seguirono solo le sue grasse risate per il mio rovesciamento e le sgrida di Luisa Gilardi «weh orghen, adesso torna a nuoto!».
Luisa Gilardi era, ed è tuttora, l’allenatrice della squadra giovanile della Canottieri; ho un piacevole ricordo di questa donna, che ha condito la mia giovinezza canoistica di simpatiche esperienze ed è grazie a lei e a Gio che ora amo questo sport.
Mi fa sempre piacere ricordare e sorridere di questi momenti perché sono fatti successi ormai più di dieci anni fa, ma che sembrano accaduti ieri. Oltre a questi avrei mille altre storie da condividere, perché sport come questi, tra gare, allenamenti in lago piatto e mosso, pioggia e vento, neve e grandine, sole e ghiaccio, ti regalano emozioni ed esperienze uniche.
Non dimenticherò mai il giorno in cui decisi di entrare a far parte della Canottieri Lecco, artefice e madre di tutti i miei risultati e soddisfazioni. Sono sicuro che come è stato per me, e per altri prima, sarà maestra di vita per tutte le generazioni future.
Nicola Ripamonti