LECCO – Ci sono i ritratti, da quello a Jean Cocteau a quello a James Joyce. E poi la Grade Mela, protagonista indiscussa, narrata nella sua trasformazione in metropoli. Infine la scienza, che nella fotografia può trovare uno strumento di documentazione. Ottanta fotografie in bianco e nero ripercorrono, suddivise nelle tre sezioni citate, la carriera di colei che è stata spesso definita “la fotografa di New York”, artista del secolo scorso alla quale Palazzo delle Paure dedica un’importante esposizione. Stiamo parlando di “Berenice Abbott. Topographies”, la mostra in programma dal 20 aprile all’8 settembre 2019 nel maggiore spazio espositivo lecchese: una rassegna artistica curata da Anne Morin e Piero Pozzi, prodotta e realizzata da Di Chroma Photography e ViDi – Visit Different con il patrocinio del Comune di Lecco. Un nuovo appuntamento con la grande fotografia per il Palazzo cittadino, quindi, che dopo aver ospitato le opere di Robert Doisneau raccolte in Pescatore d’immagini e in attesa di Vivian Maier. Autoritratti (in programma per l’anno prossimo. Qui il nostro articolo con le anticipazioni), questa volta accoglie i lavori della fotografa americana divenuta celebre, sia tra la critica che tra il pubblico.
Nata a Springfield, in Ohio, nel 1898, Berenice Abbott lascia presto gli studi di giornalismo per dedicarsi, da autodidatta, alla scultura a New York. Poi, nel 1921, il trasferimento a Parigi, dove diviene presto assistente nello studio di Man Ray e dove si avvicina alla tecnica fotografica. Sarà lui a incoraggiarla nella realizzazione dei primi fotoritratti: un passo alla volta la Abbott cattura la gestualità e le espressioni del volto, scatta ritratti di personaggi celebri, da Max Ernst all’attrice Dorothy Whitney, passando per la scrittrice Solita Solano. Una passione, questa, che viene narrata nella prima sezione della mostra lecchese, dove sono esposti proprio alcuni dei celebri ritratti della fotografa. Poi, dopo l’incontro con il fotografo documentarista Eugène Atget, il cambio di soggetto: seguendo l’esempio di Atget e una volta rientrata a New York, Berenice Abbott inizia a documentare la città, i suoi edifici, la gente. Sono gli anni che seguono il crollo della borsa del ’29 e la fotografa narra, nei suoi scatti, la Grande Depressione e poi i cambiamenti, la crescita della metropoli. Infine, ultimo tema in mostra, la fotografia scientifica, alla quale l’artista approda tra gli anni quaranta e cinquanta e che dal ’58 al ’61 la porta a lavorare per il Physical Science Study Committee of Educational Services e a scattare foto che illustrano le leggi della fisica.
«La mostra di Berenice Abbott – afferma Simona Piazza, assessore alla Cultura del Comune di Lecco – inaugura il secondo anno delle grandi mostre a Palazzo delle Paure, un’occasione unica per la nostra città di ammirare l’opera artistica della Abbott, una delle fotografe più conosciute al mondo, con ben 2775 passaggi nelle più importanti aste internazionali dal 1962. Non solo un’opportunità per l’intero territorio di poter vivere a casa propria questa esperienza, ma anche una nuova occasione per promuovere il turismo culturale nella nostra città».
INFORMAZIONI – Dal 20 aprile all’8 settembre 2019 | Palazzo delle Paure di Lecco. Biglietti: Intero € 9, Ridotto € 7 (ragazzi dai 14 anni ai 18 anni, over 65, gruppi precostituiti di adulti oltre le 15 persone), Scuole € 5, Bambini (dai 6 anni ai 13 anni) € 5. Gratuito: possessori Abbonamento Musei Lombardia Milano, giornalisti, accompagnatori gruppi adulti (uno per gruppo), accompagnatori scolaresche (due per gruppo), bambini fino ai 5 anni di età, visitatori disabili con invalidità superiore al 74%, accompagnatore del visitatore disabile (solo in caso di non autosufficienza). Orari: dal martedì al venerdì dalle 09.30 alle 19. Sabato, domenica e festivi, dalle 10 alle 19 (Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura).