Scorci su lago e monti. Edifici romanici. Ville patrizie. Storia. Con la pandemia che limita gli spostamenti e mette a rischio i nostri propositi per l’estate in arrivo, perché non approfittarne per riscoprire splendide località poco distanti da noi? Piccole gite giornaliere da segnarvi e organizzare appena l’emergenza lo consentirà, tra mete culturali e paesaggi che rigenerano. Oggi vi proponiamo tre luoghi da visitare sulla costa occidentale del Lario: piccole pillole per una prima selezione, alla quale nelle prossime settimane seguiranno altre puntate.
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Gravedona e Santa Maria del Tiglio
Una passeggiata a lago, per gustarsi un caffè dinanzi a una vista che incanta. Ma anche una tappa al cinquecentesco Palazzo Gallio, al convento di Santa Maria delle Grazie che domina dall’alto e, soprattutto, una visita a uno dei maggiori gioielli del Romanico lariano; silenzioso, rude, mistico: la chiesa di Santa Maria del Tiglio. Gravedona è piacevole destinazione per una gita sul lago, certo, ma è meta imperdibile per chi vuole trascorrere qualche minuto in un luogo religioso che per noi ha qualcosa di speciale. Un prato curato precede la facciata policroma di un edificio di fine 1100 dall’unica torre campanaria, posta in posizione centrale. All’interno la pietra, ben visibile com’è tipico del Romanico, un ricco ciclo di affreschi e il crocifisso ligneo del secondo XII secolo. Sul retro una sottile striscia di terra e poi, subito, le acque del lago a far da quinta.
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Dongo e il Museo della Fine della Guerra
C’è un museo innovativo e multimediale che con grande precisione guida il visitatore alla scoperta della Resistenza sul Lago di Como e dell’epilogo del Ventennio fascista. Un museo moderno, interattivo, sorto proprio nel luogo in cui il 27 aprile del ’45 avvenne la cattura di Benito Mussolini e dei gerarchi della Repubblica Sociale Italiana, arrestati mentre tentavano la fuga verso il confine. Siamo a Dongo, precisamente all’interno di Palazzo Manzi, e stiamo parlando del Museo della Fine della Guerra. Un allestimento immersivo e che si snoda attraverso sette sale tematiche: un racconto multimediale che grazie ad articoli di giornale, audio di Radio Londra, video originali, lettere e oggetti ridà voce agli eroi della Resistenza, ricostruisce la vicenda di Dongo e, più in generale, gli ultimi anni della guerra. Fuori dal museo, poi, il luogo esatto in cui i 15 gerarchi vennero giustiziati: una ringhiera sulla quale sono ancora oggi riconoscibili i segni dei proiettili sparati dai partigiani.
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Tremezzo e Villa Carlotta
Certamente la Tremezzina – fascia costiera che dalla Punta di Balbianello si estende sino al Sasso di San Martino – non ha bisogno di presentazioni: tra fantastici scorci su lago e monti, parchi e ville d’altri tempi, la zona è tra le più apprezzate del Lario. E anche noi non possiamo esimerci dal suggerirvi una tappa nel suo centro principale, Tremezzo, e nella sua celebre Villa Carlotta. Edificata sul finire del Seicento per volere dei marchesi Clerici di Milano, questa Villa ha proprio tutto: una grande e scenografica scalinata, pregevoli opere d’arte al suo interno (tra cui Palamede del Canova e numerosi studi provenienti dal suo laboratorio), un imperdibile giardino all’italiana, un parco botanico e, lasciatecelo dire, un’impareggiabile vista su lago, Grigne e Bellagio proprio dalla sua balconata.