«…automatismo psichico puro, attraverso il quale ci si propone di esprimere, con le parole o la scrittura o in altro modo, il reale funzionamento del pensiero. Comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale».
MILANO – Con queste parole André Breton definisce, nel 1924, la più onirica delle avanguardie del secolo scorso: non solo un movimento artistico, bensì un atteggiamento, modo alternativo di concepire il mondo, di esplorare la psiche umana andando oltre i limiti imposti dalla ragione. E ai Surrealisti il Museo delle Culture di Milano dedica una nuova esposizione, in programma fino al 30 luglio: un percorso che già dal suo titolo – Dalí, Magritte, Man Ray e il Surrealismo. Capolavori dal Museo Boijmans Van Beuningen – svela la presenza di opere di alcuni dei più celebri esponenti di questa avanguardia, tutte in arrivo da uno dei maggiori musei dei Paesi Bassi e, per l’occasione, in dialogo con parte della Collezione permanente dello stesso Mudec.
180 opere, tra dipinti, sculture, disegni, documenti, manufatti per un’esposizione prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE, promossa dal Comune di Milano Cultura e dalla curatrice del museo di Rotterdam Els Hoek in collaborazione con Alessandro Nigro, professore di Storia della critica d’arte presso l’Università di Firenze. Un viaggio alla scoperta del Surrealismo, certo, ma anche – e questa è la novità – del suo rapporto con le culture native. Da una parte, quindi, l’approfondimento delle tematiche fondamentali della ricerca surrealista, come il sogno, la psiche, l’amore, il desiderio e un nuovo modello di bellezza; dall’altra una riflessione su quanto la critica dei surrealisti alla cultura e alla società occidentale industrializzata li abbia spinti a cercare modelli alternativi e a studiare e collezionare oggetti etnografici.
Le sezioni
Sei, nel dettaglio, le sezioni in cui si articola la mostra milanese, a partire da Una rivoluzione surrealista, pensata per introdurre il visitatore al Surrealismo, a una “mentalità” che si esprime in diversi stili e discipline artistiche. Qui, accanto al libretto originale del Manifesto del Surrealismo di André Breton, pubblicato a Parigi nel 1924, è esposto l’iconico sofa di Dalí a forma di labbra. Si procede, poi, con Dadaismo e Surrealismo, sezione che mostra le origini dadaiste del Surrealismo e raccoglie opere e pubblicazioni di Kurt Schwitters, Tristan Tzara e Francis Picabia. Presenti anche tre artisti Dada che hanno avuto un ruolo importante nel gruppo surrealista: Max Ernst, Man Ray e Marcel Duchamp. La terza sezione – La mente sognante – racconta quanto i surrealisti fossero influenzati dalle idee della psichiatria e della psicoanalisi del loro tempo. «Gli artisti – così, infatti, dalla mostra – hanno esplorato l’inconscio ed evocato mondi onirici, in una fusione perfetta tra psicologia e arte». Protagonista di questa sezione, in particolare, è la visione artistica di Salvador Dalí, di cui è esposta, qui, la Venere di Milo a cassetti, del 1936.
A seguire, nella quarta parte, spazio a Il caso e l’irrazionale, focus sui diversi metodi usati dai surrealisti per ottenere l’accesso all’inconscio: dai giochi d’azzardo al collage, dal frottage alla scrittura, dal disegno al flusso di coscienza. Per la penultima sezione, dal titolo Desiderio, ci si concentra su opere che trattano di amore e desiderio: «i surrealisti – ancora – esplorarono la loro sessualità per accedere ad aree che la società borghese aveva represso da tempo. Un esempio ne è la Venere restaurata di Man Ray, presente in mostra». Infine, per la chiusura, la sezione Stranamente familiare, che si concentra sulla bellezza creata dai surrealisti attraverso combinazioni insolite, com’è nel dipinto di Meret Oppenheim Sotto le resede, presente in mostra.
INFORMAZIONI – Fino al 30 luglio 2023 | Mudec di Milano (via Tortona 56). Orari: Lun 14.30 ‐19.30 | Mar, Mer, Ven, Dom 09.30 ‐ 19.30 | Gio, Sab 9.30‐22.30. BIGLIETTI: Intero € 16 | Ridotto € 14. Info: www.mudec.it