LECCO – Ha pianta quadrata e sbuca di qualche metro sopra gli edifici di piazza XX Settembre, nell’angolo della piazza che dà le spalle al suo lato porticato. Tozza, quasi timida nel testimoniare un passato che la città sembra, nel tempo, aver cancellato, sostituito dallo sviluppo urbano di fine Settecento.
La Torre Viscontea è ciò che rimane, oggi, delle fortificazioni che cingevano, con forma triangolare, il borgo medievale di Lecco e che insieme al ponte sull’Adda (l’attuale Ponte Azzone Visconti) proteggevano l’urbe e la rendevano luogo di controllo delle vie di comunicazione verso la Valtellina e i valichi per l’Oltralpe e, a est, verso la Repubblica di Venezia. Una fortificazione che includeva il castello voluto dal Signore di Milano, costruzione di cui la Torre è oggi unica superstite e che nel corso del Seicento ha ospitato la guarnigione spagnola di cui parla anche Alessandro Manzoni nel suo celebre romanzo.
Poi, nel 1782, la decisione dell’imperatore Giuseppe II di abolire la piazzaforte militare, così da consentire, come detto, lo sviluppo urbano del centro: una scelta che nel XIX (e nei primi decenni del XX) secolo ha portato all’eliminazione dei bastioni, lasciando come testimonianza del passato solo la torre trecentesca.
Oggi, la timida e tozza torre è una delle sedi museali della città di Lecco e nelle sue sale dal romantico parquet scricchiolante ospita mostre temporanee (attualmente, e sino al 15 marzo 2020, vi è allestita la mostra Stefano Pensotti. Narratore di storie).
INFORMAZIONI – Torre Viscontea, Piazza XX Settembre 3. Orari: martedì e mercoledì 9.30 – 14, da giovedì a domenica 15 – 18. Apertura solo durante le mostre temporanee. Ingresso gratuito.