LECCO – Una nuova puntata per la rubrica Canottieri Lecco: 120 anni di Sport, Passione, Racconti, ospitata da Il Flâneur in occasione dei 120 anni della nota società lecchese. Dopo il racconto Cronaca immaginaria di una sera di Sergio Invernizzi, i ricordi della campionessa di nuoto Wilma Francoletti, e l’impresa dei C3 ripercorsa da Piero Pizzi, oggi è la volta di Vittorio Anghileri. Un lungo racconto tra nomi storici e…”canottieroidi”.
STORIE DI INCONTRI UMANI E SPORTIVI
di Vittorio Anghileri, socio dal 1956
Nel mio lungo percorso canottieroide ho incontrato persone e assistito ad eventi sportivi che hanno fortemente contribuito alla formazione della mia personalità e mi hanno lasciato un patrimonio di ricordi che resterà indelebile nella mia memoria. Agli inizi degli anni 70 venni eletto consigliere in Canottieri e nominato al “nuoto”: l’obiettivo era ricostruire la squadra agonistica, il budget di 30.000 £. Dopo i fasti degli anni ‘50 la squadra era ormai del tutto azzerata, non si aveva più rinnovata l’affiliazione alla Federazione, non si facevano più gare. Tuttavia, era rimasto un manipolo di ragazzi che continuavano a nuotare con due mitici personaggi “canottieroidi”, ossia WILMA FRANCOLETTI e FERRUCCIO ANGHILERI. Nonostante l’assenza di impianti, Wilma e Ferruccio erano riusciti a tenere vivo il nuoto lecchese, aggregando intorno a loro un gruppetto di ragazzi che, attratti dal mix esplosivo di Fantasia e Felicità (Wilma), Raziocinio e Umanità (Ferruccio), tutti i giorni si presentavano, verso sera, per la rituale nuotata nel lago. Attingendo da questo gruppo rappresentato da figli di soci storici SILVA – ANGHILERI – ROSSI – RIVA ed altri, incominciai a costruire la “squadra sportiva”; convinsi alcuni miei amici a brevettarsi come istruttori di nuoto (Lollo Dell’Oro, Andrea Monti e poi Bruno Carissimo e Raffaele Tarocco) e incominciammo ad allenare i ragazzi a Pratogrande, unica piscina esistente, orari dalle 21 alle 23 con bambini di 10 anni; l’entusiasmo era talmente alto che la percentuale di presenze era del 90% (incredibile). In poco tempo fummo in grado di presentare una squadra competitiva a livello giovanile e ci affiliammo alla Fin.
La giovane età degli atleti portava un’esuberanza vivace e fu così che in Consiglio Direttivo si decise di istituire la figura del proboviro, con il compito di controllare tale vivacità. Si optò per il sigor Magni, detto “BURIGEL”, che controllava in modo particolare Giovanni Anghileri, figlio di Wilma e di Ferruccio. Un giorno Giovanni stava scendendo a cavalcioni dalla ringhiera della scala a chiocciola che dagli spogliatoi maschili porta al cortile, cantando e fischiettando. Burigel, come un gendarme, lo apostrofò in dialetto: Te’ te fini de fa casot?. Giovanni (10 anni d’età), abituato in famiglia a un altro modo di dialogare, rispose: Scusi ma perché vuol reprimere il mio spirito giovanile?. Burigel, basito, se ne andò mormorando un vaffa in dialetto e il giorno dopo rassegnò le dimissioni da proboviro.
Nel 1975 venne inaugurata in Canottieri la piscina esterna (ospite l’olimpionico Klaus Di Biase) e incominciammo a nuotare anche al Bione. La squadra stava crescendo tecnicamente e annoverava atleti di buon livello: MONTI – FORNI – CAROSSO – SALA – LAFRANCONI – SILVA, che qualche anno dopo avrebbero raggiunto livelli nazionali. Era un periodo di grande entusiasmo e con Bruno Carissimo, mio grande amico, girammo la Lombardia, portando i ragazzi a gareggiare con i migliori atleti lombardi. Dirigenti e accompagnatori una straordinaria coppia di personaggi: NUNZI ROSSI, madre dei mitici Rossi fra cui Antonio, olimpionico della canoa, donna di incredibile simpatia e umanità, e LOLLO DELL’ORO, padre dell’allora capitano Marco. Anche in questo caso, quindi, persone di elevato valore umano, che avrebbero aiutato Bruno e il sottoscritto a comunicare e ad aggregare i ragazzi.
Intanto la squadra continuava a crescere e non ci guardavano più solo con simpatia, ma con un po’ di timore. La Canottieri vinse, infatti, numerose medaglie Regionali, affacciandosi a livello nazionale con CARLA SILVA, una delle migliori velociste italiane nei 100 Sl. Bruno ed io girammo tra le più forti squadre lombarde, parlammo con i tecnici, studiammo, sperimentammo, provammo nuovi sistemi di allenamento cercando di non perdere mai la nostra “allegria canottieroide”. Negli anni ’90, diventati una squadra di valore, nuotavamo in inverno al Bione e d’estate in Canottieri, dove, durante gli allenamenti estivi, conobbi uno straordinario personaggio: l’ing. Rumi. Durante gli allenamenti natai, infatti, un giovanile vecchietto con una modesta borsa di plastica il quale, fuori dal bordo della piscina, cioè dalle catenelle, guardava incuriosito il sottoscritto e il mio borsone, appoggiato a bordo vasca. Gli chiesi: «posso esserle utile?». La sua risposta: «Scusi, come ha fatto a passare lo sbarramento e a portare la borsa all’interno?».
A quei tempi il bagnino era il mitico Gino, che, ottemperando ai divieti del tempo, impediva l’accesso in vasca con borse. Per superare l’impasse lo feci passare come aiuto allenatore e Gino fece uno strappo alla regola (il secondo). Diventammo amici e ricordo ancora l’acutezza delle sue osservazioni natatorie – guardando la traiettoria delle bracciate capiva chi erano i nuotatoti più veloci – e la sua brillantezza, mai disgiunti da giovialità e semplicità disarmante.
La squadra continuava a crescere: Stefania Monti vinse, infatti, il primo titolo italiano nei 200 Rana Ragazzi, i titoli regionali non si contavano più. Per seguire meglio la squadra rinunciai alla carica di consigliere e scelsi di dedicarmi ai ragazzi. Nacque, quindi, il Consiglio Direttivo della Sezione Nuoto, che programmava l’attività della Sezione, e venne nominato GIANNI CAROSSO, in seguito grande dirigente sportivo. Tra le varie iniziative della sezione nuoto il “Meeting Città di Lecco”, che durante le sue 19 edizioni portò a Lecco grandi atleti italiani e stranieri. GUARDUCCI – AVAGNANO – DALLA VALLE – MINERVINI – CAROSI – PERSI – TOCCHINI – LAMBERTI – BATTISTELLI – SACCHINI – VISMARA e altri. E poi gli stranieri POPOV – SELKOV – SADOVJ – DARNJ – FOSTER, il meglio del nuoto europeo. Stefania Monti continuava a vincere medaglie ai Giovanili, mentre a livello regionale si affacciava quello che sarebbe diventato il più prestigioso atleta bluceleste: ANDREA ORIANA. Potenziata la quantità e la qualità degli allenamenti, sotto la guida di LOLLO DELL’ORO prese il via una preparazione a secco in grado di far maturare gli atleti dal punto di vista fisico, tanto che atleti di altri sport (tennis e rugby) domandarono di potersi allenare con noi. E poi esplose, come anticipato, ANDREA ORIANA, allenato e tesserato alla Canottieri Lecco che nella sua carriera bluceleste vinse 17 titoli Assoluti, prese parte a 3 Campionati Europei, 1 Campionato del Mondo, 1 Olimpiade ed è di gran lunga l’atleta bluceleste più titolato dopo Antonio Rossi.
Nel 1996 la Canottieri Lecco Nuoto fece ingresso nelle prime 10 Società italiane a livello assoluto nel nuoto, cosa confermata dalla lettera della Fin del 16 maggio 1996. Una crescita enorme, alla quale contribuirà anche un dirigente accompagnatore della squadra agonistica come G. MARIA VALSECCHI, altro grande “canottieroide“, che darà il suo contributo al successo della sezione Nuoto. Nel 1998-99 Andrea Oriana conquisterà per due volte il Record Italiano nei 200 DF e Roberta Maggioni, una delle più dotate atlete che hanno nuotato con me, vincerà un oro negli 800 Sl e un argento nei 400 Sl ai Campionati Italiani Giovanili. Fino al 2001, anno in cui terminerà la mia collaborazione tecnica con la Canottieri, ma non la mia lunga storia umana di passione per i colori blu celesti.
Grazie, Canottieri.
Vittorio Anghileri