LECCO – I ricordi d’infanzia, di quando la fine della scuola e l’arrivo del caldo portavano con sé una nuova stagione di tuffi, giochi, amicizie. Pietro Galli, socio dal 1984, ci riporta a con la mente a quando era bambino: la Canottieri apriva la piscina e lui si preparava, insieme ai suoi amici, per il viaggio quotidiano da via Cairoli a via Nullo, rigorosamente a bordo di una 126 bianca. Momenti che scandiscono la vita di un bambino, la riempiono di emozioni e aspettative. Momenti oggi ricordati in questo nuovo appuntamento con la rubrica Canottieri Lecco: 120 anni di sport, passione, racconti.
Ricordi di bambino
di Pietro Galli
Ricordo, appena finita la scuola, che apriva la piscina della Canottieri, segno che l’estate era cominciata. Ma come per ogni cosa bella che si aspetta, c’era una duplice emozione, gioia e supplizio dell’io bambino. Il supplizio era la verifica di quella che allora sembrava l’inflessibile Maria Teresa, che per ordine del nostro Presidente e, mi dicono, sotto l’occhio vigile del Sala, doveva verificare l’aggiornamento dell’iscrizione al sodalizio. Mi ricordo che, con un cipiglio che mi pareva allora minaccioso, chiedeva il nome (tutti gli anni e per diversi anni) e andava a spulciare le schede delle anagrafiche soci nel cassetto di sinistra della pesante scrivania in metallo grigio ufficio. Il secondo passaggio, forse ancora più “delicato”, era uscire dagli spogliatoi per andare verso il lido e la piscina, attraversando la zona bar dove un numero imprecisato di soci teneva costantemente sotto controllo la zona.
Ma veniamo invece ai momenti di allora forse più divertenti; mi ricordo la partenza da casa con gli amici, quando ogni giorno sembrava si dovesse partire per le vacanze con i miei vicini di casa: un mirabolante viaggio via Cairoli via Nullo. Si partiva armati di tutto punto con una mitica 126 bianca, persino un canotto sul tetto! Si cercava posteggio e frescura sotto gli ippocastani che costeggiavano l’ex Caserma e sotto il sole a picco si spiaggiava al lido e si entrava con il canotto nel lago color rosso ferro.
Ricordo come fosse oggi un episodio: incurante del pericolo, come tutti i bambini, con gli amici Francesca e il più piccolo Giuseppe ci lanciavamo nella spiaggia del lido dal molo ma… salto io, salta Francesca e Giuseppe rimane con le mani aggrappato al corrimano. Un flash, e vedo Francesca che tenta di far lasciare la presa al fratello minore morsicandogli le mani e l’onnipresente Marco, che corre per risolvere la situazione.
E poi ancora i ricordi di mia nonna, che racconta di quando portava in gita con le inglesine sociali le figlie e le amiche, e io e mia nonna che giocavamo a scala quaranta sotto i platani, mia madre che prendeva il sole (sì, il sole!) con le amiche alla punta verso la vecchia piscina (oggi coperta). E poi i primi corsi di vela sui fly junior e sui cabinati dei soci, un tentavo (fallito) di cominciare a giocare a tennis (era un’impresa trovare un’ora libera), il corso di Canottaggio con Luisa, la festa del centenario…
Guardando adesso la Canottieri, dopo più di trent’anni, mi sembra che poco sia cambiato, ma forse è cambiato tutto.
Pietro Galli, socio dal 1984