Rubrica a cura degli studenti di Fashion Design dell’Ateneo ISGMD di Lecco
Un abito dalle fantasie stampate che ha rivoluzionato il modo di vestire delle donne, donando loro un mix di comodità e femminilità. Un modello a vestaglietta, incrociato sul davanti e stretto in vita da una pratica cintura, il tutto reso avvolgente e comodo dall’uso del jersey. Sono passati quasi cinquant’anni da quando la stilista belga con cittadinanza americana Diane Simone Michelle Halfin, meglio nota come Diane Von Fürstenberg, ha lanciato sul mercato un abito senza tempo come il wrap-dress, che in ogni dove e in ogni quando prorompe con nuove interpretazioni. Un capo, questo, che nasce da un taglio semplice, presente in ogni armadio, pratico e versatile.
È il 1970 quando l’aspirante designer belga, incinta del primo figlio avuto dal matrimonio con il principe Egon Von Fürstenberg, idea per caso questo modello e inizia a sfondare sul mercato americano. Diane, giovane innamorata pronta a trasferirsi a Ginevra con il marito dopo gli studi di economia, non ha affatto intenzione di perdere la sua indipendenza: convinta di onorare il pensiero della madre – donna sopravvissuta per miracolo ad Auschwitz – sostiene le donne e ricorda loro quanta forza possiedano. Dopo aver lavorato per un’azienda tessile nel comasco, chiude i modelli confezionati in una valigia e parte alla volta di New York, dove i suoi campioni spopoleranno: il wrap-dress diventa così il simbolo della donna nuova e sensuale, emersa dagli anni ’70.
Poi, negli anni successivi, l’ideazione di nuovi modelli e il rafforzamento della sua carriera, fino all’improvviso ritorno, a metà degli anni ’90 e su consiglio della nuora, dell’epico wrap-dress per vestire le donne belle e sicure di sé, che hanno ancora bisogno di lei. DVF rinasce, quindi, con un capo iconico che non ha intenzione di fermarsi neppure ora e che è da poco entrato nel quarto decennio di storia.
Nel 2014 la città di Los Angeles decide di rendere omaggio a Diane con la mostra Journey of a dress: un percorso che accompagna nell’evoluzione di questo capo iconico, entrato senz’altro e senza passare inosservato nei guardaroba di importanti celebrità quali Madonna e Michelle Obama. Persino l’ex-senatrice e attivista politica colombiana Ingrid Betancourt se ne innamora, tanto che è il primo capo che acquista una volta uscita dalla lunga prigionia: un modello rosa e rosso, un vero tributo di colori alla vita.
Un impatto fortissimo, quello avuto da questo semplice abito nella storia della moda, che la stessa stilista fatica, ancora oggi, a realizzare del tutto.
Irene Morali
3^ Fashion Design
Ph. fanpage DVF – Diane von Furstenberg