In occasione della mostra del Coni dedicata ai 100 anni di sport sul territorio lecchese (qui l’articolo), Il Flâneur, media partner dell’iniziativa, vi guida alla scoperta delle varie federazioni sportive. Uno speciale che di puntata in puntata racconterà storia, aneddoti, successi. Oggi parliamo di judo e arti marziali.
LECCO – Siamo alla fine degli anni Cinquanta e il maestro Luigi Bialetti porta le arti marziali e, in particolare, il suo amato judo a Lecco. Un’opera non facile, in quanto la disciplina prima di allora veniva praticata solamente nelle grandi città. Nel 1959, presso il Centro Canottieri di Lecco, si svolge la tanto attesa presentazione del judo nella città lariana. È il primo passo che il judo e le arti marziali compiono sul territorio lecchese e la disciplina, nonostante i problemi legati alla mancanza di attrezzature (si utilizzavano stuoie di paglia di riso), incomincia a incuriosire i lecchesi e nel 1960 arriva il primo spazio presso la palestra dell’Unione Ginnastica Ghislanzoni, dove Bialetti presenta il Judo Club Lecco.
Quando successivamente il fondatore decide di spostare l’attività all’Oratorio di Castello, un gruppo di atleti guidato da Atos Airoldi decide di staccarsi per continuare le attività nella palestra della Ghislanzoni, creando una nuova società: la Judo Ginnastica Ghislanzoni. Il nuovo corso porta a un’impronta più agonistica, con l’organizzazione di numerosi tornei regionali e nazionali. Un clima favorevole per il movimento, quindi, che vede la presenza delle prime cinture nere lecchesi, oltre alle prime convocazioni nelle nazionali.
Gli anni Settanta, Ottanta e Novanta sono invece caratterizzati dall’aumento dei partecipanti alle attività, dovuto soprattutto all’avviamento di corsi di altre arti marziali, come karate, ju jitsu e aikido. Sia il Judo Club Lecco che l’A.s.d. Judo Club Samurai Lecco (nuovo nome della Judo Ginnastica Ghislanzoni) trovano, infatti, tecnici preparati, in grado di sviluppare le nuove attività e attirare le ultime generazioni. Da segnalare, per quanto riguarda il karate, il lavoro svolto dal maestro Morstabilini.
Un ricordo indelebile per il judo lecchese rimane, senza ombra di dubbio, una serata di autunno del 1980, quando un palazzetto del Bione stracolmo accoglieva la dimostrazione della freschissima medaglia d’oro alle Olimpiadi di Mosca 1980, Ezio Gamba. Una grande festa aperta a tutta la cittadinanza per un evento voluto dal maestro Gerolamo Pirola e che rimarrà nella memoria di tutti gli appassionati di judo.
Gli ultimi decenni hanno visto, infine, un aumento dei tesserati a quella che dal 2000 si chiama Federazione Italiana Judo, Lotta, Karate, Arti Marziali (F.I.J.L.K.A.M.). Obiettivo, questo, raggiunto grazie al lavoro delle società del territorio, culminato con l’assegnazione della Stella di Bronzo per Meriti Sportivi alla A.s.d Judo Samurai Lecco.
Per quanto riguarda le prospettive future, le arti marziali e il judo lecchesi sembrano affrontare un buon periodo, che promette di aumentare il loro bacino di utenza, oltre di continuare a ottenere gli importanti risultati agonistici dell’ultimo decennio. «Oggi – spiegano infatti dalla federazione – la cintura nera, traguardo principale per gli atleti degli anni Ottanta, è invece una nuova partenza per un vero percorso agonistico o di sviluppo tradizionale dello studio della disciplina sportiva del judo nella sua completezza».