LECCO – Più di sessanta opere dell’artista bergamasco Arturo Vermi in mostra a Palazzo delle Paure per raccontare per raccontare la sua ricerca sul segno e la sua capacità di leggerezza, di puntare alla felicità. Dal 15 marzo (inaugurazione venerdì 14 marzo alle 18.30) all’8 giugno 2025 lo spazio espositivo lecchese ospita la mostra Arturo Vermi. Diario della felicità, una personale realizzata grazie alla rinnovata collaborazione tra il Comune di Lecco e ViDi Cultural, società milanese a cui è andato l’incarico di organizzare, tra il 2025 e il 2027, sei grandi mostre.
Curata sempre dalla storica dell’arte Simona Bartolena, questa nuova esposizione punta l’attenzione su una figura che è stata protagonista, nel secolo scorso, della scena artistica del territorio di Lecco e della Brianza, animatore degli ambienti artistici milanesi e briantei dalla fine degli anni Cinquanta fino agli anni Ottanta.
Nato a Bergamo, dopo il trasferimento a Milano Vermi si avvicina alla pittura da autodidatta, realizzando opere in un primo momento di matrice espressionista. Progressivamente, anche grazie alla frequentazione degli ambienti di Brera, la sua pittura si dirige verso uno stile più informale. La mostra lecchese si propone di ripercorrere tutte le fasi della ricerca dell’artista, dalle prime opere giovanili fino agli ultimi anni della sua produzione, ma si concentra con particolare attenzione sull’affinità con le tendenze minimaliste in atto in Europa all’inizio degli anni Sessanta. Tendenze che, come sottolinea la curatrice Bartonela, «in alcuni casi Vermi ha saputo anticipare, facendosene interessante precursore».
A caratterizzare buona parte della sua produzione è una profonda ricerca sul segno. «Nei segni essenziali di Vermi, ridotti a un unico sicuro gesto, si nasconde – scrive sempre Bartolena – la memoria collettiva, essi sono luoghi nei quali la dimensione universale incontra quella privata, la vita reale si apre alla luce eterna dell’oro. Sono i segni reiterati e ossessivi dei Diari, ma anche quelli singoli, esatti, delle Presenze e delle Marine e quelli nervosi, più dinamici e rapidi, dei Paesaggi: tutti vivono nello spazio materialmente circoscritto ma concettualmente infinito della tela abitando l’unico posto che è destinato loro. È sorprendente la perfezione con cui l’artista sceglie la posizione in cui collocare la presenza segnica; in perfetto equilibrio, la composizione trova sempre la propria logica e la giusta armonia. E poi c’è il tempo. Il tempo scandito dal gesto: un tempo non sempre regolare ma comunque inesorabile. C’è il ritmo del tempo, quello lento della meditazione e quello rapido e sincopato della vita quotidiana… Pare di udirne il rumore, un ticchettio perso tra il silenzio del cosmo e il rumore dei bicchieri di un’osteria di Brera. Come icone contemporanee, le opere di Vermi suggeriscono letture spirituali e trascendenti, pur restando ben ancorate a terra. Il legame profondo con la Natura, con un universo sempre e comunque umano, rende i lavori dell’artista, anche i più essenziali e concettuali, emotivamente coinvolgenti».
E ancora, come anticipato e com’è tema della personale, il tema della felicità: «ogni segno tracciato da Vermi è generato da una straordinaria capacità di restare leggeri, di voler e saper essere felici. Una felicità che non è mai egoismo, ma che, al contrario, generosamente si spende per gli altri e li contagia, insegnando loro – conclude la curatrice – a volare sopra alle contingenze».
INFORMAZIONI – 15 marzo – 8 giugno 2025 | Palazzo delle Paure, Lecco. Orari: Martedì 10 – 14, da mercoledì a domenica 10 – 18. Ingresso a pagamento. Per info https://simulecco.it/