Nei quadri di Morandi così apparentemente semplici, così rigorosi, c’è sempre un luogo, un punto da cui spiare l’infinito, l’infinito anche di questa sua poesia così pacata, così sommessa. (Bernardo Bertolucci).
MILANO – A di più di tre decenni dall’ultima rassegna, Milano dedica una grande mostra a Giorgio Morandi per celebrare il rapporto stretto tra la città – dove vivevano i primi e maggiori collezionisti dei suoi lavori – e il pittore bolognese. In programma a Palazzo Reale fino al 5 febbraio 2024, attraverso circa 120 opere esposte la mostra Morandi 1890-1964 ripercorre cinquant’anni di attività dell’artista, il tutto attraverso prestiti eccezionali da importanti istituzioni pubbliche e prestigiose collezioni private. Un’esposizione ideata e curata da Maria Cristina Bandera, promossa dal Comune di Milano | Cultura, prodotta da Palazzo Reale, Civita Mostre e Musei e 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e pensata come un viaggio cronologico con accostamenti mirati e inediti, così da documentare l’evoluzione stilistica e il modus operandi del pittore.
34 in tutto le sezioni che raccontano le diverse fasi della pittura di Morandi, a partire dalle prime tre dedicate al tema Tra cézannismo, cubismo e futurismo (1913-1918), gruppo di sette opere antecedenti la stagione metafisica e incentrate sul contatto di Morandi con le avanguardie. Si prosegue, poi, con Il clima della metafisica (1918-1919, sezione 4), spazio in cui si approfondisce la stagione metafisica di Morandi, e con Il ritorno al reale (1919-1920, sezioni 5-6), quando la tensione metafisica si allenta e l’artista torna maggiormente alla realtà e alla tradizione. Gli oggetti, tra i più comuni e desunti dalla quotidianità, ormai spogliati di ogni ambiguità o magia, lasciano le atmosfere rarefatte della metafisica per riacquistare una verosimiglianza prospettica e plastica. E poi di nuovo La sperimentazione degli anni ’20 (1921-1929, sezioni 7-10), con tutti i temi della sua pittura – paesaggio, natura morta, fiori – rappresentati con soluzioni inedite, L’incisione e la conquista tonale (1928-1929, sezione 11), dove la sperimentazione nelle due sole cromie del bianco e nero serve all’artista per testare anche in pittura la riduzione del colore a due tonalità fondamentali. La sezione 12 approfondisce, poi, Gli anni cruciali (anni ’30) con una sala dedicata al paesaggio, mentre il decennio successivo (1940-1949, sezioni 13-20) documenta un nuovo impulso di semplificazione che preannuncia la fase successiva (Gli anni ’50, sezioni 21-28), con una struttura compositiva sempre più essenziale, percorsa da impercettibili scostamenti geometrici e prospettici che rimandano alle astrazioni giovanili. Infine, spazio alla stagione degli acquerelli (1956-1963, sezione 29) e agli anni conclusivi (1960-1963, sezioni 30-34), ultima stagione di Morandi, fatta di una stilizzazione formale ai limiti o dell’astrazione o della costruzione architettonica.
INFORMAZIONI – Fino al 5 febbraio 2024 | Palazzo Reale, Milano. Orari: da martedì a domenica 10-19:30, giovedì chiusura alle 22:30. Lunedì chiuso. Biglietti: Open 17 euro, Intero: 15 euro, Ridotto 13 euro. Maggiori informazioni: mostramorandi.it.
Foto in apertura: Giorgio Morandi: Natura morta, Fondazione Magnani-Rocca, Mamiano di Traversetolo (Parma)