ARCHIVIO – Lecco la serata finale del Premio Manzoni 2021:
in gara i romanzi di Catozzella, Merletti e Molesini

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LECCO – Italiana di Giuseppe Catozzella, Ciò che nel silenzio non tace di Martina Merletti e Il rogo della Repubblica di Andrea Molesini. Ecco i tre romanzi tra cui, sabato 6 novembre, sarà scelto il vincitore del Premio Manzoni al Romanzo Storico 2021. In programma alle 21 alla Casa dell’Economia di Lecco e organizzata da 50&Più Lecco, la serata vedrà la presenza dei tre scrittori finalisti selezionati dalla Giuria Tecnica (composta da Ermanno Paccagnini, Alberto Cadioli, Gian Luigi Daccò, Gianmarco Gaspari, Luigi Mascheroni, Stefano Motta, Mauro Novelli e Giovanna Rosa), che assisteranno insieme al pubblico allo spoglio delle schede compilate in precedenza dalla giuria popolare, formata da 110 lettori scelti dalle librerie del territorio.

Venendo ai romanzi in gara per questa edizione del Premio, partiamo da Italiana di Giuseppe Catozzella. Edito da Mondadori, il romanzo ci porta alla scoperta di una guerra civile poco raccontata ma che ha segnato la storia dell’Italia meridionale: il brigantaggio. Siamo nella giovane Italia postunitaria e sui sentieri della Sila, in Calabria, si sta combattendo una guerra non dichiarata tra le bande di briganti e l’esercito regio, molto spesso visto nel Sud Italia come una forza di occupazione. In questo contesto, Catozzella sceglie di raccontarci la storia di una donna, una bandita: Maria Oliverio, altrimenti conosciuta come Ciccilla. Nata da una famiglia poverissima, la donna ripercorre i sentieri della sua infanzia per combattere al fianco di Pietro, brigante e ribelle, diventando presto la prima e unica donna a guidare una banda contro la ferocia dell’esercito italiano/piemontese. «Un libro – si legge nella presentazione – che ricostruisce le vicende di Maria Oliverio in un romanzo vivo. Mescola documenti e leggenda, rovescia la sua immaginazione nella nostra, disegna dramma familiare e dramma storico ed evoca l’epica grandezza di una guerra quasi ignorata, una guerra civile combattuta in un mulinare di passione, sangue e speranza, come nella tradizione dei poemi cavallereschi».

Dalla Calabria di fine Ottocento si passa alla Torino della seconda guerra mondiale con il secondo finalista: Ciò che nel silenzio non tace di Martina Merletti. Il romanzo d’esordio della scrittrice, edito da Einaudi, racconta le vicende di una giovane donna che dopo cinquant’anni prova a riallacciare i fili di una storia avvenuta nell’Italia dilaniata dalla tragedia del secondo conflitto mondiale, vicenda che la riguarda da vicino. Un percorso a ritroso tra gli ostacoli e i depistaggi della Grande Storia, tra bombardamenti, occupazione nazista e problemi del dopoguerra e che prende le mosse da una vicenda realmente avvenuta nel 1944 nel carcere Le Nuvole di Torino: una suora che prende in braccio il bambino di una prigioniera in transito per Birkenau, lo addormenta con una pezza imbevuta di vino e riesce a portarlo fuori dalla struttura, nascosto nel carrello della biancheria.

Lasciamo il complesso e drammatico Novecento per l’ultimo romanzo in gara: Il rogo della Repubblica, libro di Andrea Molesini edito da Sellerio. È il 1480 e siamo nei territori della Repubblica di Venezia, precisamente in un piccolo paese del trevigiano. È un periodo complesso per la Serenissima, tra epidemie di peste e soprattutto un nemico, quello turco, che avanza sempre di più e che mette in discussione il primato della città sul Mediterraneo. Un periodo, ancora, nel quale l’intolleranza e il pregiudizio sono ben presenti, soprattutto nel mondo cristiano e in particolare nei confronti degli ebrei. E questo romanzo racconta proprio il ripetersi, ancora una volta, di una delle accuse più false e vergognose mosse per secoli alle comunità ebraiche di tutta Europa: quella del sangue. L’archisinagogo Servadio e altri due ebrei vengono infatti accusati di aver ucciso un bambino per impastare col suo sangue le focaccine pasquali. Torturati e condannati a morte per infanticidio rituale, fanno ricorso e il processo si riapre davanti al Senato di Venezia. Una storia, quella degli ebrei condannati al rogo, che si intreccia con quella di Boris da Candia, spia della Repubblica di San Marco, uomo di inganno e di rapina ma anche colto umanista investito di una missione segreta, il tutto in uno scontro tra predicatori che infiammano il popolo con parole cariche d’odio e il doge che predica calma e tolleranza. Un romanzo, quello di Molesini, che mostra una giustizia che cede all’intolleranza, una tragedia destinata a ripetersi in ogni tempo e luogo.

INFORMAZIONI – Per partecipare alla serata (a ingresso libero fino a esaurimento posti) occorre iscriversi sul sito www.leggermente.com. Le porte verranno aperte alle 20.30, per l’accesso saranno necessari mascherina e green pass.

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