LECCO – Ci sono giovani uomini dallo sguardo perso in un mare di ghiaccio. Ci sono abitazioni e oggetti come superstiti, macchie nere su infinite distese bianche. E ancora dune di neve, notti di un buio che risplende e, soprattutto, una solitudine che si tocca con mano, poeticamente narrata dal fotografo danese Mads Nissen con il reportage Arctic Outposts. Una mostra che è un susseguirsi di scatti in bianco e nero dedicati alla Groenlandia, esposti fino al 3 di ottobre alla Torre Viscontea di Lecco nell’ambito della 24^ edizione di Immagimondo, il festival di viaggi, luoghi e culture organizzato da Les Cultures OdV.
Inaugurata lo scorso sabato 11 settembre, l’esposizione porta in città il lavoro del due volte vincitore del World Press Photo – Foto dell’anno e racconta una terra sempre più simbolo tangibile della crisi climatica. Un’isola di oltre due milioni di chilometri quadrati, spesso considerata ospitale e incredibilmente ricca di risorse quali uranio, oro e petrolio, tanto da essere sempre più al centro di interessi geopolitici, complici le nuove rotte commerciali aperte dallo sciogliersi dei ghiacciai.
E di questa terra Mads Nissen ci mostra uno spaccato: un reportage intimo, suggestivo racconto per immagini che sembrano sussurri, attimi in cui a parlare è soprattutto il silenzio e dove il dialogo tra il paesaggio e chi lo abita si gioca tutto su sensazioni evocate da un semplice sguardo. Perché alle distese di neve e di ghiacci Nissen affianca, qui, i volti di alcuni dei 14 ufficiali della pattuglia Sirius della Marina danese, creata nel ’41 per contrastare eventuali incursioni naziste e ancora oggi presente sull’isola per rimarcare la sovranità danese su questi luoghi.
Uomini di trenta o quarant’anni, con gli occhi ci parlano di lunghi mesi di freddo e solitudine, di una regione – sul versante nordorientale dell’isola – dai fiordi gelati, di slitte e temperature medie che scendono sotto i 30 gradi. E in questa pellicola che scorre, l’empatia del fotografo con i soggetti diventa un po’ anche la nostra con loro. Percepiamo l’isolamento. Sentiamo la fatica.
Una mostra, questa lecchese, che giunge per la prima volta in Italia e che si lascia vedere senza troppe spiegazioni, senza didascalie o chiavi interpretative per le foto esposte. L’autore c’è, costruisce lo scatto perfetto, dà voce all’anima di luoghi e volti, imprime il giusto pathos con la scelta del bianco e nero. E poi prova a sparire, a lasciarci soli. Come fosse un nostro, personalissimo ed emozionante incontro con una terra che ci appare immensa, preziosa e da preservare.
Valentina Sala
> Qui l’articolo sulle due mostre di questa edizione di Immagimondo e tutti i dettagli per visitarle: